PRECISAZIONI “Me lo hanno dato da mangiare, non sapevo fosse ‘lui’”. Ennesimo orrore Isis, schiava del sesso ‘viola’ le regole squallide dei jihadisti e la punizione è atroce. Una storia che ha scioccato il mondo intero: le lacrime della donna

di Elisa Frare |

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PRECISAZIONI “Me lo hanno dato da mangiare, non sapevo fosse ‘lui’”. Ennesimo orrore Isis, schiava del sesso ‘viola’ le regole squallide dei jihadisti e la punizione è atroce. Una storia che ha scioccato il mondo intero: le lacrime della donna Bufale.net

Ci segnalano una notizia pubblicata quest’estate da Caffeina Magazine:

Si fatica a credere a una storia tanto atroce. Una di quelle vicende che risulta talmente violenta e inumana che quasi la si esclude, volontariamente e a priori, come falsa. Eppure l’Isis in questi anni ci ha abituati a un grado di crudeltà che mai si era visto, quantomeno negli schermi dei nostri smartphone, testimoniando ancora una volta che l’animale più feroce rimane sempre e comunque l’uomo. Non parliamo di uno sgozzamento di un giornalista qualsiasi inviato in Siria per parlare di guerra, questa volta la protagonista della nostra macabra storia è una schiava sessuale del califfato che, secondo alcune fonti non confermate, sarebbe stata costretta a mangiare il proprio bambino, ucciso e cucinato dai terroristi. L’agghiacciante e doloroso racconto è stato portato alla luce dalla parlamentare irachena Vian Dakhill, l’unica di etnia yazida (né araba, né musulmana, e per questo vista come un’adoratrice del diavolo dallo Stato Islamico). La “schiava” era una di quelle donne che non sono riuscite a sfuggire ai fanatici (l’Isis rapisce donne , di qualsiasi etnia e religione per usarle e/o venderle all’asta), ha raccontato di essere stata rinchiusa in una cella per tre giorni senza acqua e cibo.
Al termine dei tre giorni poi, le è stato servito un pasto a base di carne accompagnata da riso. Dopo aver patito i morsi della fame, ha divorato il pranzo. Solo dopo l’ultimo boccone – ha spiegato la Dakhill all’emittente egiziana Extra News – le hanno detto: “Abbiamo cucinato il tuo bambino di un anno dopo avertelo portato via, è questo quello che hai appena mangiato”. La testimonianza rilasciata dalla parlamentare irachena in tv. La madre costretta a mangiare il suo bimbo è anch’essa di etnia yazida, come la parlamentare. Non è la prima volta che sentiamo una storia analoga a questa: ovvero in cui una determina etnia viene presa di mira dal sedicente Stato islamico.
I curdi, ad esempio, non poco sono stati bersagliati dai fanatici dell’Is e per un lungo periodo lasciati soli e (quasi) completamente circondati. Soltanto la determinazione di un popolo forte e il ruggito di un esercito composto da uomini e donne; coadiuvato dall’imponente aiuto militare di alcuni stati occidentali (come gli Usa, per dirne uno) sono riusciti a tenere a bada la completa estinzione di una intera etnia. La storia della donna yazida, qualora fosse confermata da fonte attendibile, dimostrerebbe ancora una volta che l’Isis non è composto da uomini, ma da pazzi squilibrati assetati di sangue e morte. Come se ci servisse un’ulteriore conferma.

La vicenda viene riportata in un’intervista rilasciata per la rete televisiva egiziana Extra News dalla parlamentare irachena Vian Dakhil, appartenente alla popolazione yazidi.

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La notizia è stata approfondita da diverse testate, tra cui l’Independent:

A baby was fed to its own unwitting mother by Isis, who also raped a ten-year-old girl to death in front of her own family, an Iraqi MP has claimed.
Vian Dakhil is a prominent Yazidi politician and has served as an important mouthpiece for the horrors perpetrated by Isis against her people.
The extremist group believe the Yazidi minority – who follow their own religion and customs – are devil worshippers and have waged genocide against them.
The latest horrific claims were made by Ms Dakhil in a recent interview with Egyptian channel Extra News. It was translated by the Middle East Media Research Institute.
Talking about some Yazidis she had rescued, she said: “One of the women whom we managed to retrieve from Isis said that she was held in a cellar for three days without food or water.
“Afterwards, they brought her a plate of rice and meat. She ate the food because she was very hungry.
“When she was finished they said to her: ‘We cooked your one-year-old son that we took from you, and this is what you just ate’.”
[…] Ms Dakhil also told of the fate of another Yazidi woman. She said: “One of the girls said that they took six of her sisters.
“Her younger sister, a ten-year-old girl, was raped to death in front of her father and sisters. She was ten-years-old.”

Vian Dakhil ha riportato quello che è già stato raccontato, ovvero che una donna imprigionata e costretta alla fame ha poi mangiato, del tutto ignara, la carne che le è stata servita del suo bambino. Ma non è stata l’unica cosa che Dakhil ha riportato:

Dakhil ha raccontato anche il destino di un’altra donna Yazidi: “una delle ragazze ha detto che hanno preso sei delle sue sorelle. La più giovane, di dieci anni, è stata violentata fino alla morte davanti al padre e alle altre sorelle. Aveva dieci anni”.

Abbiamo quindi una testimonianza indiretta dei fatti, motivo per cui non possiamo essere certi al 100% che la storia della donna si sia svolta esattamente così, o perfino se ci sia stata. Quello che è sicuro, è che la persecuzione degli Yadizi da parte dell’Isis è un capitolo tristemente noto, una storia di orrori e violenze che non possono essere messi in dubbio: omicidi, stupri, schiavitù sessuale, torture. A tal proposito, di seguito riportiamo un report del Guardian: UN condemns Isis genocide against Yazidis in Iraq and Syria.

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