PRECISAZIONI Aumenta l’iva, stangata sul pesto alla genovese

di Elisa Frare |

bufala sindaco di lonigo
PRECISAZIONI Aumenta l’iva, stangata sul pesto alla genovese Bufale.net

Cerchiamo di fare chiarezza su questa notizia riportata da StudioNews24:

Una brutta notizia per i consumatori: aumenterà l’iva sul basilico dal 4% al 10% per volontà del Parlamento italiano. L’aumento non vale solo per il basilico ma si allarga anche al rosmarino e salvia freschi.
Dall’altro lato però c’è, Venere Padua, senatrice dem in Commissione Agricoltura, che prova a fare il ragionamento inverso: “Se il basilico è agevolato nell’imposizione fiscale, perché un suo parente stretto come l’origano viene costretto a pagare il 22% sul valore?”. Rileva l’esponente del Pd a Palazzo Madama: “Al contrario di quanto alcuni vorrebbero far credere, la questione è tutt’altro che marginale, nell’universo dell’agricoltura, spesso dimenticato o sottovalutato. Innanzitutto solo per fare un esempio, in Sicilia, ad oggi, ci sono circa 200 ettari di superficie a origano e siano interessati circa 50 produttori, oltre a diversi piccoli appezzamenti (inferiori a un ettaro) coltivati da altri produttori. In media, ogni ettaro di origano produce circa 10 quintali di prodotto secco che viene venduto a circa 8 euro al chilo”.
Come finirà la disputa? Solo i prossimi giorni potranno rivelarci quanto ci aspetta.

La notizia è stata pubblicata il 17 marzo 2016, cioè un anno fa (archive.is). All’epoca ne parlarono diverse testate, come Repubblica.it ed Il Secolo XIX, mentre Il Tempo riporta la dichiarazione della senatrice Padua. Cos’è successo nel mentre?

È vero che la Commissione europea ha rilevato un’incompatibilità con l’aliquota super-ridotta al 4% che veniva applicata fino all’anno scorso non solo alle piantine di basilico, ma anche al rosmarino e alla salvia. La proposta per risolvere la violazione era un innalzamento al 10%, ma il Parlamento italiano è intervenuto per bloccare e ridimensionare l’aliquota. Così infatti riporta il ddl 2228, riguardante le “Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea – Legge europea 2015-2016“:

L’articolo 10 innalza dal 4 al 10 per cento l’aliquota IVA applicabile alle cessioni di piante allo stato vegetativo di basilico, rosmarino e salvia destinate all’alimentazione.
La norma è finalizzata alla chiusura del caso EU Pilot 7292/15/TAXU, nell’ambito del quale la Commissione europea ha rilevato l’incompatibilità con l’ordinamento dell’Unione del numero 12-bis) della tabella A, parte II, allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, in base al quale alle cessioni in questione viene applicata l’aliquota super-ridotta del 4 per cento, in violazione dell’articolo 110 della direttiva 2006/112/CE, che consente di mantenere le aliquote inferiori al 5 per cento per le sole operazioni che al 1º gennaio 1991 già godevano di tale beneficio.
La violazione è stata rilevata alla luce della circostanza che il numero 12-bis) in questione è stato introdotto in data successiva al 1º gennaio 1991; in particolare, la novella attualmente vigente è stata approvata con l’articolo 6, comma 7, lettera b), della legge 13 maggio 1999, n. 133.
Pertanto, al fine di evitare l’apertura di una procedura d’infrazione, è stata predisposta l’abrogazione del numero 12-bis) della tabella A, parte II, allegata al decreto del Presidente della Repubblica n. 633 del 1972 e l’integrazione del numero 38-bis) della tabella A, parte III, allegata allo stesso decreto con una previsione con la quale si assoggetta all’aliquota ridotta del 10 per cento la cessione di basilico, rosmarino e salvia, freschi, destinati all’alimentazione.

Nelle motivazioni si legge:

riguardo al regime IVA di basilico, rosmarino e salvia, pur nella consapevolezza della necessità dell’intervento legislativo finalizzato all’adeguamento alle previsioni della normativa europea, si paventano gli effetti negativi del significativo aumento della tassazione, rispetto a prodotti caratteristici dell’Europa del Sud e si rappresenta la necessità di un’armonizzazione delle fattispecie omogenee e, in particolare, della tassazione dell’origano;
e con la seguente osservazione:
con riferimento alla qualificazione dei consorzi agrari in Italia, si fa presente la necessità di tutelare un modello diffuso nel comparto agricolo nazionale e utile al contenimento dei costi di produzione delle imprese agricole; valuti, inoltre, la Commissione di merito l’opportunità di prevedere una clausola di monitoraggio, volta a garantire il rispetto del regime di aiuti de minimis.

E anche:

G/2228/10/14
DONNO, FATTORI, CIOFFI
Il Senato,
in sede di esame del disegno di legge recante «Disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione europea ? Legge europea 2015», premesso che:
l’articolo 10 reca modifiche alle aliquote IVA applicabili al basilico, al rosmarino, alla salvia freschi destinati all’alimentazioni al fine di sanare il caso EU Pilot 7292/15/TAXU;
le piante aromatiche di cui sopra sono molto diffuse nell’alimentazione italiana e di rimando vi è una considerevole produzione;
secondo il Rapporto del 2013 dell’Osservatorio Economico del settore delle piante officinali a cura di ISMEA ? Osservatorio Economico del settore delle piante officinali, il Censimento dell’Agricoltura del 2010 permette di quantificare in circa tremila le aziende agricole a vario titolo interessate alla coltivazione di piante aromatiche, medicinali e da condimento per una superficie investita di oltre settemila ettari;
l’innalzamento dal 4 al 10 per cento l’aliquota IVA applicabile alle cessioni delle piante aromatiche quali basilico, salvia e rosmarino, rischia di avere un effetto penalizzante per il mercato di riferimento;
come noto con la Legge di stabilità 2016 è stata introdotta una nuova aliquota ridotta al 5% compatibile con il diritto dell’Unione europea;
si impegna, quindi, il Governo:
a valutare la possibilità di adottare per le piante aromatiche suddette l’aliquota ridotta del 5%
evitando l’aumento di ben 6 punti percentuali rispetto all’aliquota attualmente applicata.

Il ddl è stato approvato ed è passato a legge il 30 giugno 2016 (Legge 7 luglio 2016, n. 122), l’articolo dedicato al basilico è l’art. 21. Il Sole 24 Ore ha dedicato un approfondimento al tema: l’aumento dell’aliquota dal 4% al 5% è scattato a partire dal 23 luglio 2016. In ogni caso, siamo molto lontani dal 10% inizialmente annunciato: non una notizia felice per i produttori di pesto, a cui comunque sarebbe potuta andare decisamente peggio.

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