NOTIZIA VERA Orrore ad Abbiategrasso: Rom 19ebbe rapisce e stupra per 3 giorni una bambina

di Luca Mastinu |

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NOTIZIA VERA Orrore ad Abbiategrasso: Rom 19ebbe rapisce e stupra per 3 giorni una bambina Bufale.net

Ci segnalano una notizia pubblicata il 20 Febbraio 2017 su Sputtaniamotutti:

La storia è di quelle che fanno ritenere l’integrazione una pia intenzione che resterà sulla carta. Come riferisce Il Giorno la storia ha come teatro Abbiategrasso, dove una bambina di 13 anni di etnia rom romena ha subito un sequestro ad opera di un connazionale di 19 anni.

Quest’ultimo avrebbe adocchiato la ragazzina ad una festa. Quindi l’ha rapita con l’aiuto di tre amici segregandola nella propria casa di Sant’Angelo Lodigiano. Qui l’avrebbe tenuta, sempre stando alle indagini condotte dai carabinieri, per tre giorni violentandola, e con madre e zia che lo spalleggiavano.

Tra i rom – scrive sempre Il Giorno – questo rituale è chiamato «Fugii», e prevede la possibilità per un uomo di abusare di una ragazzina, mentre la diretta interessata e la famiglia di lei devono accettare la decisione.
I familiari della ragazzina violentata hanno sporto denuncia ai carabinieri non vedendola rincasare dopo la festa. Ma dopo tre giorni è stata la stessa famiglia del rapitore a telefonare in tutta tranquillità ai genitori della bambina per invitarli ad andare a riprenderla.

I carabinieri di Abbiategrasso, che già stavano indagando, hanno arrestato tutte le persone implicate. Il 19enne si trova ora nel carcere di Lodi. La mamma e la zia del ragazzo, invece, sono state rinchiuse nel carcere di Vigevano, mentre per i tre presunti complici del giovane è arrivato la misura cautelare dell’obbligo di dimora.

Sputtaniamotutti fa un copia-incolla dall’articolo “Abbiategrasso, “fuitina” tra famiglie rom: violentata una bambina di 13 anni” pubblicato da Secolo d’Italia il 24 Maggio 2016, e cita Il Giorno per la notizia “Ragazzina rom di 13 anni violentata per tre giorni: sottoposta al rito del “fugii”” pubblicata sempre il 24 Maggio 2016. Troviamo altri riscontri tra le testate:

L’orribile episodio si è consumato verso la fine di Marzo 2016, e ha avuto origine in un capannone affittato dalla comunità rom per celebrare un matrimonio. Il ragazzino, 19enne rom di nazionalità romena incensurato, ha atteso che la festa si spegnesse per attirare a sé la ragazzina di soli 13 anni sua connazionale, costringendola ad entrare nella sua auto con la complicità di tre amici. Da quel momento, il gruppo si è spostato da Abbiategrasso a Sant’Angelo Lodigiano, nella casa di lui, e così sono iniziate le tre terribili giornate di abusi e violenze, inflitte con la complicità della madre di lui e della zia. A dare l’allarme ai Carabinieri è stata la famiglia di lei, preoccupata per non aver visto la figlia rincasare dopo la celebrazione delle nozze. Nel frattempo, i famigliari del 19enne hanno telefonato ai genitori della vittima per dire loro che tutto era compiuto, che potevano riportare la ragazzina a casa.

Gli inquirenti si sono recati presso l’abitazione del ragazzo, a Sant’Angelo Lodigiano, e hanno visto emergere lo scenario di una violenza considerata rituale. La famiglia di lei aveva addirittura interpellato sei connazionali, sei saggi detti “iudici”, che avevano il compito di valutare che tutto si fosse svolto correttamente. Il loro responso era stato positivo. Il ragazzo, secondo i loro canoni, aveva agito nel giusto. Nel frattempo il carnefice era fuggito a Craiova, comune della Romania di cui è originario, per il timore di subire rappresaglie da parte della famiglia della minorenne stuprata. I Carabinieri lo hanno atteso a Sant’Angelo Lodigiano e, al suo rientro, lo hanno arrestato. Assieme a lui sono state arrestate sua madre, sua zia e i tre amici che lo avevano aiutato a rapire e segregare la ragazzina.

Ciò che è emerso dagli interrogatori è che la brutalità delle tre giornate di abusi farebbe parte del rito Fugii, che prevede una violenza sessuale che renda la donna indesiderabile e il conseguente fidanzamento riparatore con prossimo matrimonio. Il ragazzo avrebbe detto di essere realmente innamorato della ragazzina, e che la fuga fosse una scelta condivisa da entrambi. Un investigatore, parlando ai microfoni del Corriere, ha rivelato che la storia non è maturata per condizioni di povertà e degrado, in quanto le famiglie vivono in normalissime case ed entrambi i ragazzi frequentano la scuola.

Intanto per le persone coinvolte sono state disposte le ordinanze di custodia cautelare, arrivate il 21 Maggio 2016. Il 19enne è stato trasferito al carcere di Lodi con le accuse di violenza sessuale su minore con pena prevista fino ai 14 anni, sequestro di persona su minore con pena dai 7 ai 15 anni e sottrazione di minore con pena fino ai 4 anni; sua madre e sua zia sono invece state tradotte presso il carcere di Vigevano. Infine, i tre amici di lui hanno ricevuto l’obbligo di dimora.

Gli inquirenti sostengono che se non si fosse trattato della preoccupazione per il mancato rientro della figlia al termine dei festeggiamenti, la famiglia non avrebbe denunciato la violenza.

Si sostiene che tale brutale usanza sia condannata dalle stesse comunità Rom e Sinti, e che sia solamente un retaggio dei clan. Sul rito del Fugii si esprimono Santino Spinelli, docente universitario e rom italiano, e Giorgio Bezzecchi ragioniere di origine rom. Entrambi non si tirano indietro dal considerare l’atto come una barbarie nascosta dietro l’ingiustificabile etichetta della tradizione.

Al momento non si trovano approfondimenti sul processo né sul rito del Fugii. Resta una violenza inflitta per tre giorni consecutivi ai danni di una ragazzina di 13 anni da parte di un suo connazionale, che ha giustificato il suo gesto come un atto d’amore durante l’interrogatorio di garanzia tenutosi a Pavia in presenza dell’avvocato Roberto Grittini. Resta un tacito consenso da parte delle famiglie delle due parti coinvolte.

Resta una notizia vera, purtroppo.

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