NOTIZIA VERA Frontalieri, sale la tensione al confine. Minacce contro gli svizzeri: “Basta fare la spesa in Italia”

di Luca Mastinu |

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NOTIZIA VERA Frontalieri, sale la tensione al confine. Minacce contro gli svizzeri: “Basta fare la spesa in Italia” Bufale.net

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Ci segnalano questo articolo pubblicato da Repubblica il 15 Ottobre 2016:

Poche parole dal significato esplicito. “Vi piace venire in Italia a fare la spesa perché costa meno? Ecco allora, visto che non ci volete a lavorare in Svizzera (visto l’ultimo referendum) siete pregati di fare la spesa a casa vostra. I supermercati li avete. Dalla prossima volta che vi vediamo a comprare in Italia vi squarciamo le gomme della macchina e non solo…”.

La sintassi è decisamente incerta ma non le minacce. Un volantino anonimo è comparso sulle auto di targa ticinese nel parcheggio di un supermercato di Como: la struttura è molto vicina al confine ed è spesso frequentata da svizzeri che, visto il cambio favorevole, preferiscono fare la spesa in Italia.

La tensione al confine è alimentata dal recente esito del referendum “Prima i nostri” voluto oltre frontiera. Consultazione che ha stabilito come, a parità di condizioni, in caso di assunzione debba essere favorito un cittadino elvetico a scapito di uno straniero. I frontalieri italiani ovviamente saranno i primi a essere colpiti quando il provvedimento sarà attuato.

QuiComo

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La notizia è vera. I volantini sono comparsi il 13 Ottobre 2016 sulle auto con targhe svizzere parcheggiate al supermercato Bennet di Tavernola, Como, come attesta il Corriere del Ticino in questo articolo. A scatenare questa provocazione minatoria è stato il Referendum “Prima i nostri” del 25 Settembre tenutosi nel Canton Ticino, proposto dall’UDC e sostenuto dalla Lega dei Ticinesi e conclusosi con il 58% di voti favorevoli contro il 39,7% per il “no” e il 2,3% di astensioni. L’iniziativa ricalca una proposta di legge mossa il 9 Febbraio 2014, sempre dall’UDC svizzera, ma conclusasi con un nulla di fatto. Il programma richiesto dall’iniziativa “Prima i nostri” è consultabile a questo indirizzo.

Essa si presenta come un’iniziativa costituzionale che «ponga rimedio all’attuale mancanza di protezione per i salariati ticinesi» dal «continuo aumento del frontalierato in campi dove la manodopera indigena non trova più lavoro». La Costituzione della Repubblica e Cantone Ticino del 14 Dicembre 1997 viene modificata in diversi punti. L’articolo 14 del titolo III, per esempio, mira agli obiettivi sociali, dunque alla retribuzione consona ad un tenore di vita dignitoso e protetto dalla disoccupazione. Nel punto b si afferma che il Cantone provvede affinché «sul mercato del lavoro venga privilegiato a pari qualifiche professionali chi vive sul suo territorio per rapporto a chi proviene dall’estero (attuazione del principio di preferenza agli Svizzeri)»; nel punto j, ancora: «nessun cittadino del suo territorio venga licenziato a seguito di una decisione discriminatoria di sostituzione della manodopera indigena con quella straniera (effetto di sostituzione) oppure debba accettare sensibili riduzioni di salario a causa dell’afflusso indiscriminato della manodopera estera (dumping salariale)».

Il successo del Referendum ha dunque causato tensioni sfociate in messaggi minatori rilasciati sulle auto ticinesi che giungono in Italia per fare acquisti. Il referendum “Prima i nostri” è stato preso in considerazione anche dalla trasmissione televisiva “Le Iene” in questo servizio.

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