DISINFORMAZIONE 1975, il Giappone interrompe i vaccini per le morti in culla e i decessi calano del 75%

di Redazione-Team |

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DISINFORMAZIONE 1975, il Giappone interrompe i vaccini per le morti in culla e i decessi calano del 75% Bufale.net

Un post comparso sulla pagina Facebook Infovax – Vaccini e informazione riporta alla memoria un caso avvenuto in Giappone tra il 1974 e il 1975, quando a seguito dei vaccini contro la pertosse si registrarono delle morti in culla:

Nel 1975 il Giappone, decide di non vaccinare più i bambini nei primi 2 anni di vita, causa: la morte in culla.

I dati sono soprendenti (sic): calo del 75% dei decessi.

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Nel ricordarvi di andare sempre a verificare quanto riportato nelle immagini con didascalia prive di fonti (leggi la nostra guida utile), parliamo di disinformazione perché ciò che viene detto nel meme non è esatto. Una certa fetta del pubblico antivaccinista del web, purtroppo, fa un ampio uso delle potenzialità dei social per perpetrare sottili fendenti al mondo scientifico, dimostrandosi abile nel riconoscere la tendenza di alcuni lettori a non approfondire tutto ciò che passa attraverso Facebook.

1974-1975, le due morti in culla in Giappone

Il vaccino cellulare contro la pertosse fu introdotto nel 1949 in combinazione con quello contro la difterite e con l’antitetanica (DTwP), e nel 1968 venne inserito nel calendario vaccinale arrivando a ridurre notevolmente i casi e i decessi da pertosse.

Tra il 1974 e il 1975, in Giappone, si registrarono due decessi ai danni di due bambini dopo aver ricevuto la vaccinazione contro la pertosse da appena 24 ore. Il Governo dispose la sospensione dei vaccini, ma la sospensione rientrò negli anni successivi a seguito di un aumento delle morti da pertosse41 casi – nel 1979.

Nel 1981 venne introdotto un nuovo tipo di vaccino acellulare (DTaP) con il quale si registrò una reattogenicità inferiore e dunque un notevole calo delle reazioni avverse.

Come scrive il professor Pier Luigi Lopalco:

A quell’epoca il vaccino era quello cellulare, decisamente più reattogeno dell’acellulare che usiamo oggi. Inoltre era una vaccinazione più recente rispetto alle ben più note contro difterite e tetano. Era abbastanza comune, dunque, che eventi avversi di varia natura avvenuti nel corso del primo anno di vita venissero ascritti a quella vaccinazione.

Perché parliamo di disinformazione?

Il popolo antivaccinista ha spesso fatto riferimento alle due morti in culla del Giappone per avallare la tesi sulla pericolosità dei vaccini, come ricorda Vaxopedia riportando una citazione di Jay Greenberg del tutto simile al testo presente nel meme che stiamo analizzando. Dal tragico episodio delle morti in culla si vuole far passare il messaggio che il Giappone sia un Paese senza obbligo vaccinale, mentre in realtà esiste un calendario che dispone la prima vaccinazione dal secondo al settimo mese di vita.

Non è tutto. Tra i commentatori del post di Infovax – Vaccini e informazione vi è chi chiede la fonte dell’affermazione riportata. Un utente risponde con un articolo – in realtà una lettera al direttore – del Giornale di Brescia che riporta un brano di una pubblicazione di Raymond Obomsawin.

Raymond Obomsawin

Raymond Obomsawin è noto per le sue negazioni sull’esistenza di HIV e AIDS e per aver sempre pubblicato notevoli distorsioni sulla realtà dei vaccini, tanto da essere inserito nella lista nera degli American Loons, uno schedario virtuale delle personalità americane più controverse e “strane”. La sua attività, quasi una bandiera per il popolo antivaccinista, lo ha portato a definirsi uno scienziato di successo mentre risulta essere in possesso di un dottorato, dopo il quale non ha mai collaborato con alcun ente di ricerca.

In sostanza Infovax – Vaccini e informazione vuol far passare il messaggio secondo il quale il Giappone sarebbe un Paese libero dai vaccini, mentre in realtà dopo i decessi avvenuti nel 1975 il vaccino è stato perfezionato, rientrando regolarmente nel calendario vaccinale attualmente in uso e che prevede le prime vaccinazioni dal secondo al settimo mese di età.

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