BUFALA DISINFORMAZIONE Stupro di Rimini: Butungu ha la Tubercolosi, pericolo contagio – bufale.net

di Shadow Ranger |

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BUFALA DISINFORMAZIONE Stupro di Rimini: Butungu ha la Tubercolosi, pericolo contagio – bufale.net Bufale.net

Ci risiamo: l’indinniazione è una delle cose più rischiose del mondo. Una mefitica commistione di ignoranza, furore popolare e villano e voglia di torce e forconi trasforma una semplice indiscrezione nella versione virale del “Telefono senza Fili”, quel gioco in cui un catena di bambini gioca a passarsi una storiella sussurrata all’orecchio ridendo di come sia diventata diversa e deformata dal primo all’ultimo bambino della catena.

Avete tutti visto, e molti di voi hanno la colpa di aver condiviso, l’ultimo anello della catena, quello che un volto noto della viralità, VoxNews, ha diffuso con questi deprecabili accenti

Butungu si trova recluso nel carcere di Pesaro nella sezione dedicata ai così detti sex offenders. Al suo ingresso nella struttura secondo le regole i carcerati vengono sottoposti ad una serie di controlli sanitari e proprio da questi controlli sarebbe emerso che Guerlin Butungu è affetto da tubercolosi.

Povera ragazza. Almeno non curiamolo.

I controllo durante gli sbarchi si dimostrano, ancora una volta, seri. Come il PD. Ma. ovviamente, non ci sono nessi tra immigrazione ed epidemie.

Tacciamo sulle velleità da giustizialista da poliziottesco anni ’70 o da Batman de no’artri che, dopo aver percosso un criminale, chiede al Commissario Gordon di turno di ritardare i soccorsi perché la vita nei fumetti è molto più glamour della vita reale.

Ma soffermiamoci sul punto di partenza della notizia, che il Secolo di Italia riporta invece così

Intanto, secondo indiscrezioni del Corriere Adriatico, Butungu sarebbe risultato positivo al test della Tbc. Butungu, che in Italia era arrivato da clandestino ma era riuscito ad ottenere un permesso di soggiorno umanitari, sarebbe stato sottoposto ai controlli sanitari per l’ingresso in carcere dai quali sarebbe emersa la presenza della tubercolosi. Al momento, come spiega il Corriere Adriatico, non è chiaro se si tratti di una forma di tisi più o meno grave, nè se, essendo una malattia contagiosa, sia stata prevista una profilassi per chi è venuto in questo periodo a contatto con il congolese“.

Unica voce sana in questo vero e proprio uragano di forche e torce arriva dal noto giornalista Enrico Mentana, il quale ha diffuso questo appello

Anche volendo omettere il fatto che una voce di corridoio, ove non confermata da altre fonti, resta tale, dobbiamo rilevare che Mentana, come tutte le persone con un minimo di cultura, sa benissimo che il Test di Mantoux

indica che in qualsiasi momento il paziente ha contratto il batterio. Chiaramente non permette di capire ne come è avvenuto il contagio ne da quale persona. Non è detto però che il paziente sia affetto in quel momento da tubercolosi, perché come accade analogamente con la rosolia (o altre malattie esantematiche), quando il batterio entra in contatto con l’organismo, la persona risulterà positiva per tutta la vita.

Ne avevamo già parlato in passato, relativamente ad una diversa notizia evidenziando come una serie di fattori rendano il test di Mantoux incline a falsi positivi. Chi effettua il test può essere stato infettato da un microbatterio diverso da quello responsabile della tubercolosi, oppure semplicemente evidenziare che il paziente TBC positivo è venuto nella sua vita in contatto con malati ma il suo sistema immunitario ha superato e sconfitto l’infezione senza che si sia manifestato alcun sintomo o se può stato vaccinato con il Bacillo Calmette-Guerini, evidenziando quindi la normale reazione immunitaria dovuta alla vaccinazione (il cui scopo, ricordiamo, è suscitare una reazione immunitaria che addestri il corpo umano a combattere malattie non ancora contratte).

Per maggiore certezza, i soggetti positivi al test di Mantoux vengono sottoposti ad ulteriori test diagnostici, tra cui test immunologici e radiologici.

Peraltro, un risultato positivo indica che il bacillo tubercolare si trova nell’organismo, ma non significa che la malattia sia attiva. Quando avviene l’infezione, il nostro sistema immunitario produce specifici anticorpi e mette il bacillo sotto controllo, impedendone la crescita e la diffusione. Finché non presentano i sintomi della tubercolosi (tosse cronica con espettorato striato di sangue, febbre di rado elevata, sudorazione notturna e perdita di peso) non possono trasmetterla, il che rende gli allarmistici appelli all’infezione della terribile malattia ed il “rischio di infezione delle vittime” una vera e propria bufala contenuta nella disinformazione.

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