BUFALA “Se ciò corrisponde a verità, questa persona va internata” – bufale.net

di Shadow Ranger |

bufala sindaco di lonigo
BUFALA “Se ciò corrisponde a verità, questa persona va internata” – bufale.net Bufale.net

Ora chiedo ai nostri lettori di fare un piccolo esercizio di immaginazione: immaginate di trovare la vostra foto su Facebook, con un fumetto in cui vi siano attribuite frasi come “Io trovo giusto molestare i bambini”, “Io vado allo zoo e stupro i cuccioli di panda”, “Io sono un pedofilo e dovete venire a casa mia, della quale vi fornirò l’indirizzo, e dovete picchiarmi fino ad uccidermi” e altre cose del genere, il tutto condito da un disclaimer furbetto e paraculo in cui il vostro diffamatore dichiara “Se ciò corrispondesse al vero, questo malato (che, ripetiamo, siete voi) dovrebbe essere internato.

Con ogni probabilità non ne sareste affatto contenti. Probabilmente correreste a denunciare l’accaduto non solo alla Polizia Postale, ma interessereste del vostro triste disagio l’esercito, i Marines, un paio di cecchini e dei picchiatori di strada che inviereste a casa della persona che ha condiviso tale appello per lavare l’onta subita.

Cosa che invece è esattamente successa in un post virale che ha superato le 2000 condivisioni in poche ore

Vi risparmiamo i commenti brutalmente violenti e rissosi, dai quali apprendiamo anche che nel particolare codice penale degli indinniati speciali l’onere della prova spetta non chi accusa, ma chi deve difendersi!

Sostanzialmente, sappi mio buon lettore che un indinniato speciale, se un giorno dovesse in preda all’autoesaltazione confondere Internet con la vita reale, potrebbe accusarti di essere un pericoloso serial killer pedofilo e depravato e, colto in fallo, potrebbe insistere che finché non gli fornisci un alibi sei a tutti gli effetti colpevole e degno di sanzione.

Siamo quindi ben oltre le antipatie o le simpatie verso il Presidente della Camera, alta carica dello Stato, ma ad esternazioni diffamatorie indegne di altra considerazione che non sia una netta censura, che delineano un triste quadro di chiunque si presti alla condivisione di tali contenuti.

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