BUFALA I cinesi in Italia sono "immortali". I documenti dei morti dati ai vivi e le salme spariscono – Bufale.net

di David Tyto Puente |

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BUFALA I cinesi in Italia sono "immortali". I documenti dei morti dati ai vivi e le salme spariscono – Bufale.net Bufale.net

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In Italia i cinesi non muoiono mai? È una delle leggende metropolitane che faticano ad essere sradicate dal mal pensare comune. L’articolo in questione è stato pubblicato dal sito JedaNews lo scorso 22 agosto 2014, ma in verità si tratta di un articolo del 2005 pubblicato da Il Giornale  intitolato “I cinesi in Italia diventano immortali“, riportando dei dati e affermando quanto segue: “I dati, dunque. Oggettivi e difficilmente tacciabili di xenofobia”.
Peccato che a fine articolo ecco che riportano la ormai triste e famosa leggenda metropolitana:

Messi in fila i dati, scartata l’ipotesi di una presunta immortalità, restano ipotesi e illazioni. E quello che è ben più di un sospetto, ovvero che i morti vengano fatti sparire per riciclare i documenti nel vortice del fiorente traffico di lavoratori clandestini. O la truculenta ma gustosa leggenda metropolitana che li vorrebbe fatti a pezzi e ridotti clandestinamente in cenere in crematori fai da te. Ma a Chinatown nessuno capisce la domanda. Dei morti spariti nessuno sa nulla.

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Ma quali sono questi “dati oggettivi”? Il fatto che dal primo gennaio 2000 al 31 dicembre del 2004 i cinesi passati a miglior vita a Milano erano solo 26 quelli residenti, mentre 7 erano i non residenti, per un totale di 35 defunti, di cui neonati deceduti alla nascita, adulti morti in ospedale o per morte naturale di cui è stata richiesta la sepoltura nei cimiteri cinesi. Un numero che, secondo l’autore dell’articolo, risulterebbe misero di fronte ad una comunità cinese che a dicembre 2014 raggiungeva le 11513 unità.
Ma questo basta per affermare l’ipotesi e i sospetti che i morti vengano fatti sparire per riciclare i documenti alimentando il traffico di lavoratori clandestini? No. In questo articolo si calcolano solo i numeri, senza però conoscere le tradizioni e le usanze dei cittadini cinesi lontani dalla loro patria.
In Cina il funerale è un evento sacro, viene fatta una cerimonia molto complicata che include lunghe preghiere, marce su strada accompagnate da bande musicali, l’utilizzo dei fuochi d’artificio e focolai. Potete ben immaginare quanto sia difficile per loro dover affrontare l’ostacolo burocratico e il voler evitare scontri con i cittadini italiani di fronte, i quali potrebbero lamentarsi di tutto ciò (rumore, occupazione delle strade e via dicendo).
Bisogna considerare anche l’età media dei cittadini cinesi presenti in Italia. Nel 2005 l’età media dei cinesi a Roma era di circa 30 anni, mentre a Prato e a Milano era intorno ai 28 anni. Difficile che su 11513 cinesi, con quelle medie età, ci fosse un numero elevato di mortalità.
Parte dei cinesi defunti in Italia cercano di essere rimpatriati, come può avvenire per un qualsiasi italiano morto all’estero. Le comunità cinesi sono molto legate tra di loro, in questi casi, soprattutto per coloro che sono senza parenti in Italia, non è raro che si attivino nella raccolta di denaro per trasferire i defunti verso la Cina. C’è da dire che i cinesi, una volta raggiunta una certa età o, nel caso di gravi problemi di salute, tendono a tornare in patria ancor prima di morire.
Per loro è importante essere sepolti nel paese d’origine, lo stesso vale anche per altri cittadini provenienti dall’estero.
Un funerale cinese in Italia? Potete vederne uno pubblicato da La Tribuna di Treviso al seguente link.
Per chi fosse interessato ad approfondire, c’è un libro intitolato “I cinesi non muoiono mai” che racconta bene come funziona il mondo cinese in Italia.
 

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