BUFALA ACCHIAPPALIKE “La Svizzera, un esempio da seguire!”

di Redazione Bufale |

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BUFALA ACCHIAPPALIKE “La Svizzera, un esempio da seguire!” Bufale.net

Con una certa serenità riconosciamo la libertà di pensare che un Paese sia meglio di un altro. Interveniamo, però, quando compaiono notizie totalmente errate su una Nazione. Oggi ci segnalano un post che interessa la Svizzera, postato il 21 maggio sulla pagina Facebook Un caffè al giorno:

Vogliamo sperare che gli amministratori della pagina – che di sicuro hanno ripreso l’immagine da altre pagine ancora – siano consapevoli di aver pubblicato un elenco di falsitàinesattezze. Vogliamo sperare, ancor di più, che si tratti di uno scherzo per farsi beffe dei lettori più ignari.

La bandiera della Svizzera

Sull’origine e sul significato dell’attuale bandiera svizzera – croce bianca su campo rosso – esistono tre ipotesi:

  1. La prima interessa la Legione Tebana, il cui culto era molto praticato nel regno di Borgogna. La Legione Tebana è ricordata per il sacrificio – o martirio – del 286 d.C. di 6600 soldati su ordine dell’imperatore Massimiano, che volle punirli per non aver eseguito l’ordine di perseguitare i Cristiani della Regione Vallese. La Legione venne prima decimata, poi totalmente sterminata ad Agaunum, l’attuale Saint-Maurice. A metà tra storia e leggenda, il massacro della Legione Tebana venne raccontata una prima volta da Eucherio, vescovo di Lione, e in seguito messo in discussione da diversi studiosi, storici e anche da Voltaire. A Saint-Maurice, tuttavia, sono stati rinvenuti reperti che confermano in parte la cronaca di Eucherio;
  2. La seconda interessa la bandiera di guerra del Sacro Romano Impero, raffigurata con la storica aquila a due teste;
  3. La terza, infine, attribuisce i simboli alla Passione di Cristo: la croce bianca sul rosso del sangue, simbologia che – secondo le fonti – è particolarmente sentita nella Svizzera Centrale.

Tuttavia, la prima apparizione della bandiera svizzera nella manifestazione più simile alla versione contemporanea si ricorda durante la battaglia di Laupen, 1339, quando i soldati svizzeri dovettero cucire una croce bianca sulla loro corazza per distinguersi dalle milizie asburgiche. In seguito, la croce bianca comparve su armi e stendardi. (Vi consigliamo la visione di questo video).

La battaglia di Laupen in un dipinto del 1480

La forma attuale della bandiera – dopo una “pausa” dovuta all’adozione di un tricolore verde-rosso-giallo durante la Repubblica Elvetica – risale al 1840 e tutte le fonti concordano nel sostenere che non è chiaro, ancora oggi, il motivo della scelta dello sfondo rosso e della croce bianca. Alcuni storici attribuiscono la combinazione ad un riferimento a Cristo, altri storici sostengono la teoria del riferimento alla battaglia di Laupen. In ogni caso, dal 1848 la bandiera divenne nazionale.

La Svizzera nell’Unione Europea

Il 6 dicembre 1992 un referendum bocciava l’adesione della Svizzera allo Spazio Economico Europeo (SEE). La Svizzera, infatti, aveva presentato domanda di adesione il 25 maggio di quello stesso anno. Ritirò la domanda, dunque, sia per rispettare i risultati del referendum e sia per mantenere la propria posizione di neutralità. In pratica, per rispondere al post preso in esame: la Svizzera non è mai entrata nell’euro e la sua moneta rimane il Franco Svizzero.

Meglio confederati che europei: manifestazione a Svitto contro l’adesione allo spazio economico europeo / Swissinfo.ch

Rotzchilds o Rothschild?

Parliamo, ovviamente, della famiglia Rothschild che è nota in tutto il mondo dell’alta finanza per la N M Rothschild & Sons e proprio per questo al centro di tantissime teorie complottiste. Tra queste appunto, si configura anche il post preso da noi in esame, che descrive la Svizzera come il Paese in cui tutte le banche sono Nazionali e non controllate dai Rothschild.

Insomma, le banche private in Svizzera esistono e secondo Advisor.com si trovano in un numero di 114numero in calo rispetto ai 180 del 2005.

I derivati del maiale nel cioccolato, il filo spinato contro le invasioni dalla Romania e l’obbligo della lingua svizzera

Inutile nascondere l’ilarità che la teoria del maiale nel cioccolato come repellente per gli islamici sia totale, in quanto rinunciamo a credere che esistano imprenditori imbecilli che escludono dal loro pubblico una certa categoria di persone solo per motivazioni religiose e razziali. Si tratta, del resto, di cioccolato, un alimento per il quale la Svizzera si distingue sempre. Ovviamente, una tale affermazione non conosce riscontri.

Di quale frontiera con la Romania parliamo, poi?

Per apporre del filo spinato lungo la frontiera con la Romania, per lo meno è d’uopo essere confinanti con la Romania. Fino a nuove disposizioni mondiali, di guerra, geopolitiche e spostamenti di faglie permettendo, al momento la Svizzera non confina con la Romania.

Infine, parliamo dello svizzero obbligatorio come lingua per poter vivere in territorio elvetico. Pur trovandoci a parlare di ovvietà, ricordiamo che le lingue parlate in Svizzera sono l’italiano, il tedesco, il francese e il romancio. Lo svizzero, come lingua, non esiste.

Gli autori, dunque, hanno montato ad arte una colossale bufala sulla Svizzera, descritta come il Paese perfetto per i condivisori compulsivi che sognano un mondo in cui le banke non kontrollano atté, non ci sono nekri e soprattutto se vai akkasa loro devi parlare la lingua di loro, con una sequenza finale di punti esclamativi e numeri 1 sfuggiti durante la concitazione. Siamo di fronte, dunque, alla tipica immagine con scritta sovrimpressa (leggi la nostra guida utile) che non rappresenta un’informazione.

 

 

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