Gaffe di Borghi che rilancia uno studio per sminuire il vaccino: dice esattamente l’opposto

di Redazione Bufale |

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Sta facendo discutere un nuovo intervento di Borghi sui social, per l’ennesima volta contro il vaccino Covid. Nello specifico, l’esponente della Lega ha provato durante il weekend a sminuire l’importanza della somministrazione del prodotto Pfizer o Moderna, rilanciando uno studio apparentemente in grado di rafforzare le sue tesi. Il risultato finale, evidentemente, non è stato all’altezza delle sue aspettative, come del resto gli hanno fatto notare in tanti nei commenti. Ecco perché occorre necessariamente una ricostruzione.

Perché Borghi rilancia lo studio sbagliato (per le sue teorie) sul vaccino

Andiamo per gradi. Di recente abbiamo già preso in esame alcuni studi sul vaccino Covid, per smentire la falsa credenza secondo cui la campagna ancora in corso favorirebbe la diffusione di varianti. Nulla di più sbagliato, se pensiamo che lo stesso Salvini sia stato redarguito dalla comunità scientifica dopo alcune recenti dichiarazioni. La vicenda è diventata nuovamente calda, dopo che Borghi ha pubblicato un tweet per difendere il leader del suo partito.

A suo dire, infatti, l’articolo di Nature confermerebbe quanto affermato nei giorni scorsi dall’ex Ministro dell’Interno, ma soprattutto andrebbe a rafforzare teorie portate avanti a più riprese dallo stesso Borghi. Tuttavia, l’esponente della Lega ignora colpevolmente lo scorcio finale dell’articolo originale, la cui traduzione risulta disponibile qui di seguito:

Come previsto, abbiamo scoperto che un rapido tasso di vaccinazione riduce la probabilità di comparsa di un ceppo resistente. Al contrario, quando un rilassamento degli interventi non farmaceutici è avvenuto in un momento in cui la maggior parte degli individui della popolazione è già stata vaccinata, la probabilità di insorgenza di un ceppo resistente è stata notevolmente aumentata.

Di conseguenza, dimostriamo che un periodo di riduzione della trasmissione tramite contatto diretto del virus, alla fine della campagna di vaccinazione può ridurre sostanzialmente la probabilità di insediamento di ceppi resistenti“.

Morale della favola? La lettura di Borghi è sbagliata, in quanto Nature conclude che il vaccino, accompagnato da misure che limitino temporaneamente le interazioni tra le persone, riesca a pregiudicare l’arrivo di nuove varianti.

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