Ex negazionista pentito ringrazia i medici, ma i novax non si fidano: “Sembra Wanna Marchi”

di Redazione Bufale |

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Ex negazionista pentito ringrazia i medici, ma i novax non si fidano: “Sembra Wanna Marchi” Bufale.net

Fa discutere molto la storia di un ex negazionista di Alatri, in grado di sconfiggere il Covid e i suoi effetti dopo oltre tre mesi di degenza. Una vicenda, questa, che cozza per diversi motivi coi presupposti della manifestazione di Mantova, di cui vi abbiamo parlato nei giorni scorsi con un altro articolo. Va ricostruito tutto, sia in riferimento all’autenticità di questo racconto, sia per quanto riguarda la reazione di coloro che continuano a definirsi novax, o peggio ancora negazionisti del virus.

Il racconto dell’ex negazionista di Alatri e le reazioni novax

In primo luogo, la storia dell’ex negazionista di Alatri ci arriva direttamente da una fonte se vogliamo ufficiale, considerando che la vicenda è stata trattata anche dall’ASL di Frosinone con un post su Facebook nei giorni scorsi. Il personaggio che è protagonista di questa storia non ha problemi ad ammettere di aver etichettato inizialmente il Covid come una semplice manovra politica. Insomma, una visione complottista, la sua, prima del contagio e del ricovero che si è reso necessario.

Una lunga degenza per l’ex complottista, fino alla guarigione e al regalo di un forno a microonde per gli operatori sanitari che si sono presi cura di lui in quei mesi. Eppure, tra i commenti social a Fanpage, c’è chi mette in discussione tutta questa storia:

“Ma ci credete si a queste storielle? Alla favoletta del cattivo che si rende conto di aver sbagliato? Adesso capisco perché Wanna Marchi aveva tanta gente che la seguiva”;
“Restate convinti Della ‘pandemia’, così come ve l hanno venduta. Terrorismo mediatico sanitaria. Vaccinatevi, auguri”.

Molti altri commenti vanno in questa direzione. Dunque, il rifiuto che qualcuno possa aver fatto un passo indietro dopo essersi definito negazionista, ottenendo quelle cure che gli hanno assicurato la sopravvivenza. Neanche una fonte come l’ASL di Frosinone pare essere in grado di cambiare le carte in tavola.

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