DISINFORMAZIONE Assurdo!!! In senato è passato ieri il DDL sulla scuola con obbligatoria l’educazione gender. Manca ancora però il passaggio alla camera – bufale.net

di Shadow Ranger |

bufala sindaco di lonigo
DISINFORMAZIONE Assurdo!!! In senato è passato ieri il DDL sulla scuola con obbligatoria l’educazione gender. Manca ancora però il passaggio alla camera – bufale.net Bufale.net

gendercatenaCi segnalano i nostri contatti di aver ricevuto in queste ore un messaggio

Vogliono insegnare ai bimbi riguardo l’omosessualità…in teoria verrà insegnato che non si nasce femmina o maschio ma si può scegliere! ! Assurdo!!! In senato è passato ieri il DDL sulla scuola con obbligatoria l’educazione gender. Manca ancora però il passaggio alla camera. Passa parola. Manda mail alla ministra Giannini: “Sono contraria al DDL sulla scuola in quanto contiene l’educazione gender obbligatoria e ne chiedo il ritiro immediato”. stefania.giannini@senato.it Facciamo girare. Ognuno lo inoltri ad almeno 5 contatti e raggiungiamo entro oggi un milione di adesioni! Facciamoci Forza!!

A meno che non vogliate dimostrare di abboccare a tutte le bufale e disinformazioni che vi vengono propinate, posate quei cellulari.

Si tratta infatti dell’ennesimo caso di Disinformazione del Giorno della Marmotta, riciclata dal lontano 2015 e come tale affrontata dal Sole 24 Ore.

La Legge 107/2015 esiste infatti da luglio 2015, e sarebbe assolutamente ridicolo raccogliere un milione di adesioni per ritirare un DDL diventato legge e pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale quasi un anno e mezzo fa.

Anche volendo ipotizzare che un soggetto a digiuno di cognizioni e competenze normative abbia riesumato una Catena di Sant’Antonio ormai fossilizzata, resta presente quanto affermato dal Sole 24 Ore all’epoca:

A parte che la riforma della scuola 2015 è ufficialmente in vigore dal 15 luglio scorso con la pubblicazione del testo nella Gazzetta della Repubblica ed è già in corso di effettività secondo le disposizioni contenute nella legge approvata. La disinformazione fondamentale sta nel contenuto: la teoria gender non esiste. Provate a cercarla, a trovarne l’origine o a studiarne i contenuti. La teoria gender esiste solo nei testi che attaccano la teoria gender, a meno che non torniamo a fine anni ’60 con Harold Garfinkel e il suo scritto Studies in Ethnomethodology. Insomma come se un nemico esistesse solo nelle parole di chi lo combatte ma non nella realtà!
Per chi voglia prendersi la briga di leggere il testo della legge 13 luglio 2015, n.107, il termine genere compare solo all’articolo 16:
“Il piano triennale dell’offerta formativa assicura l’attuazione dei principi di pari opportunità promuovendo nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità dei sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni”.
Vale a dire che al posto di combattere le discriminazioni, il bullismo e le violenze di genere ex post, si lavora sull’educazione e la cultura delle future generazioni. Tutti pronti a condannare le violenze sulle donne e il femminicidio. Allora perché essere contrari all’insegnamento a scuola delle diversità e allo stesso tempo del diritto alle pari opportunità. Quello che si prospetta non è l’educazione sessuale (che peraltro non sarebbe poi una cosa negativa, ai miei tempi in quinta elementare ci fecero delle lezioni sperimentali con un medico), ma un’educazione di genere. E non solo: di diversity intesa nel senso anglosassone, che va dalla razza, alla lingua, all’origine, alla classe sociale, etc. Un grande passo avanti a mio avviso.

Si parla quindi di ritirare un DDL che ormai non è più ritirabile e che, peraltro, non contiene asolutamente niente che possa astrattamente ispirarsi al presunto Gender.

Raccomandiamo la lettura di un articolo che scrivemmo a nostro tempo, quando il DDL Fedeli era in discussione, quantomeno nelle parti ancora applicabili al presunto dibattito, che di seguito riportiamo.

  1. Insegnamento dei temi dell’uguaglianza e delle pari opportunità a prescindere da condizioni di sesso, razza e religione, in ottemperanza al dettato dell’articolo 3 della nostra Costituzione
  2. Educazione alla parità tra sessi, da rileggesi nel senso citato dell’eguaglianza sostanziale e formale già incardinata nel nostro ordinamento

Potete ora ritornare al nostro precedente articolo, laddove rimarcavamo come, evidentemente, lasciare un tema civico così importante al mero ambiente familiare ha significato, negli anni, una resa dello Stato, un’abdicazione del suo dovere di istruire i futuri cittadini nei loro diritti e doveri.

Non “educazione alla sessualità sfrenata” dunque, ma educazione al rispetto reciproco dell’uomo e della donna, nel rispetto dei dettami dell’OMS che stabiliscono che L’educazione sessuale è adeguata per l’età rispetto al livello di sviluppo e alle possibilità di comprensione, è sensibile rispetto alla cultura, alla società e al genere. E’ rapportata alle realtà di vita di bambini o ragazzi, rendendo pian piano e con gradualità i giovani cittadini edotti del loro pieno potenziale.

In una società in cui ancora la donna stenta ad affermarsi in posti di responsabilità a causa della “vischiosità culturale”, in cui sovente crimini a sfondo omofobo e sessista tingono di nero la nostra cronaca, del resto, la prevenzione da dove dovrebbe partire se non dai banchi di scuola?

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