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Denunciati no-vax a Genova, erano due promotori del gruppo “ViVi”: rinvenute anche armi

A seguito di un’operazione che negli ultimi mesi ha impegnato il Centro Operativo per la Sicurezza Cibernetica della Liguria, sono stati denunciati due no-vax a Genova. Non semplici antivaccinisti, bensì promotori del gruppo ViVi che attraverso connessioni VPN e gruppi Telegram ha reclutato iscritti con il preciso scopo di promuovere l’attività sui social attraverso profili falsi e ripetuti attacchi contro istituzioni e autorità sanitarie anche con azioni dimostrative.

L’operazione è stata portata a termine dalla polizia di Genova nelle città di Brescia, Verona e Matera su delega della DDA della Procura della Repubblica. Ora queste persone dovranno rispondere dell’accusa di associazione segreta e istigazione all’interruzione di un servizio di pubblica necessità.

Denunciati no-vax a Genova, cos’è successo

Come riportato da Ansa, la polizia di Genova ha condotto perquisizioni tra Brescia, Verona e Matera su delega della DDA della Repubblica di Genova. Il lavoro degli inquirenti ha portato alla denuncia di tre persone, due delle quali facenti parte del gruppo ViVi.

Ora dovranno rispondere di associazione segreta e istigazione all’interruzione di un servizio di pubblica necessità.

Come riporta RaiNews l’epilogo è arrivato a seguito di indagini informatiche condotte per mesi durante le quali gli investigatori hanno passato al setaccio chat e documenti pubblicati online. Gli indagati credevano di agire protetti dall’anonimato grazie ad una connessione VPN, e con questa sicurezza reclutavano nuovi iscritti attraverso i canali Telegram, un vero e proprio proselitismo.

Le armi

La polizia di Genova, con la collaborazione degli uffici omologhi e della DIGOS di Brescia, Verona e Matera, ha effettuato perquisizioni nelle residenze degli indagati con il coordinamento della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma.

Oltre alle residenze, gli agenti hanno perquisito anche i luoghi di lavoro degli indagati e un maneggio di Brescia, dove erano soliti riunirsi.

A scopo cautelativo sono state ritirate anche delle armi da sparo, per un totale di sei, regolarmente denunciate dai proprietari. Il GIP del Tribunale di Genova ha disposto anche il sequestro preventivo dei loro dispositivi di comunicazione e propaganda.

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