“Crisanti: ‘In Brasile 92 varianti Covid, sbagliato vaccinare'”, la decontestualizzazione che ti vizia

di Bufale.net Team |

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“Crisanti: ‘In Brasile 92 varianti Covid, sbagliato vaccinare'”, la decontestualizzazione che ti vizia Bufale.net

“In Brasile 92 varianti Covid, sbagliato vaccinare: aumenta la resistenza del virus”, questo il virgolettato attribuito ad Andrea Crisanti in un titolo pubblicato dall’agenzia Dire il 19 aprile 2021. Un articolo che esiste, che è ancora online ed è consultabile e contestualizzabile da tutti. Peccato che i no-vax, sempre più disperati, preferiscano screenshottare il titolo, buttarlo online su Instagram e aggiungere frasi ad effetto per far la figura degli scaltri. Nessun link, nessuna argomentazione, solo un solitario screenshot.

Ogni tanto qualche camice bianco, (virgola dell’autore del post, ndr) lascia trapelare sprazzi di saggezza (sigh).

La solita semplificazione

Se semplificassimo l’affermazione sulla base della lettura di questo screenshot potremmo capire che Crisanti sia contrario ai vaccini in quanto aumentano la resistenza del virus. Peccato (per i no-vax) che il titolo faccia riferimento alle varianti e dunque al rapporto tra il vaccino anti Covid e le varianti del virus. La situazione brasiliana non è certo rosea, un dato di cui eravamo a conoscenza già da aprile. L’articolo originale dell’agenzia Dire dal quale i no-vax hanno estratto lo screenshot è disponibile a questo indirizzo.

Crisanti contro i vaccini? Quando?

Se solo si smettesse di fermarsi allo screenshot pubblicato da un Ajeje Brazorf qualunque e si cercasse il contenuto, probabilmente, si imparerebbe una grande lezione. Di fatto Crisanti non si è detto contrario alla vaccinazione in Brasile, ma ha spiegato un concetto che egli stesso definisce l’ABC della genetica.

Da Ofxord, per esempio, era emerso che il vaccino AstraZeneca non fosse granché efficace contro la variante sudafricana, un problema che sarebbe tipico dei vaccini a vettore virale (AstraZeneca e Johnson&Johnson) che, più in generale, sarebbero meno efficaci di quelli a RNA messaggero (Pfizer e Moderna). Tuttavia l’ISS ci ricorda che sul rapporto tra vaccini e varianti ci sono studi ancora in corso.

Tornando a Crisanti, il professore si riferisce alla situazione del Brasile, con ben 92 varianti, proprio per parlare della sospetta inefficacia dei vaccini a vettore virale in tal senso. Leggiamo cosa riporta l’articolo:

La probabilità che una variante emerga è direttamente proporzionale al livello di trasmissione. Se a questo dato sovrapponiamo la vaccinazione si crea la situazione in cui si selezionano le varianti resistenti al vaccino. Non si vaccina con alti livelli di trasmissione, questo è l’Abc della genetica. Più c’è moltiplicazione virale, più crescono le probabilità che aumentino varianti e che possa emergere una variante resistente al vaccino. Non si vaccina in presenza di varianti, perché sarebbe come trattare una persona affetta da un’infezione batterica con un basso livello di antibiotici o addirittura con antibiotici sbagliati. Così si selezionano le varianti resistenti, è inevitabile.

L’appendice che fa la differenza, in questo caso, è quanto afferma Crisanti (anche all’Adnkronos) riportato da Dire nello stesso articolo. Crisanti, in sostanza, appoggia la teoria degli altri esperti sull’efficacia dei vaccini a RNA messaggero (Pfizer e Moderna) contro le varianti che oggi minacciano ancora il Brasile e il mondo:

Sono d’accordo, perché questi vaccini, oltre ad avere un’efficacia paragonabile a quelli a vettore virale, hanno anche grandi vantaggi: possono esser utilizzati per inseguire le varianti del virus, sono facili da cambiare e da produrre, e non inducono una immunità contro la componente stessa del vaccino, l’Rna. Viceversa, i vaccini a vettore virale inducono l’immunità contro il vettore, quindi più volte si usano e meno efficacia hanno e sicuramente non sono in grado di essere utili per una strategia che abbia l’obiettivo di inseguire e di proteggerci contro le varianti se diventassero davvero un problema di salute pubblica.

Quindi: non si vaccina con un farmaco a vettore virale in una situazione complicata come quella brasiliana, sarebbe più opportuno rispettare le restrizioni e adottare il vaccino a RNA messaggero.

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