Cosa c’entra Paperino con lo spostamento del Tempio di Abu Simbel?

Nel XIII secolo a.C. il Faraone Ramsete II ordinò la costruzione del tempio di Abu Simbel allo scopo di intimidire i vicini Nubiani e per commemorare la vittoria nella battaglia di Qades (ancorché sia egizi che ittiti si intestarono la vittoria sia pur pervenendo ad un cessate il fuoco).
Il tempio, arricchito da quattro statue di Ramsete II e statue dei suoi familiari fu costruito a tempo di record (per l’epoca) in venti anni. Ma non è l’unico record del Tempio di Abu Simbel.
Lo spostamento del Tempio di Abu Simbel
Il tempio riposò nel deserto fino al XIX secolo d.C. quando fu scoperto dallo svizzero Johann Ludwig Burckhardt e visitato dall’archeologo italiano Giovanni Battista Belzoni.
Godette quindi di almeno un secolo di pace, finché nel 1960 il presidente egiziano Gamal Abd el-Nasser decise l’inizio dei lavori per la costruzione della grande diga di Assuan, necessaria per aumentare di un terzo il terreno coltivabile di un paese arido come l’Egitto e raddoppiarne la capacità energetica.

Il tempio di Abu Simbel
L’UNESCO riunì le risorse di 113 paesi per salvare il monumento, e vi riuscirono con un piano ambizioso: una task force di esperti cavatori del marmo italiani, messi assieme da Impregilo S.p.A. (adesso nota come Webuild) si dedicò a scomporre il monumento in blocchi con sezione 3*5 metri, con un taglio massimo di 6 millimetri, ulteriormente ridotto dalla maestria dei cavatori
I blocchi ottenuti furono numerati e, nel corso dei quattro anni successivi (dal 1964 al 1968) e 40 miliardi di dollari dopo ricomposti su una cupola/collina di calcestruzzo 210 metri più indietro e 65 metri più in alto.
Fu creata grande attenzione nel ricostruire tutte le proprietà dell’antico tempio, non solo estetiche ma funzionali: Ramsete II aveva previsto che la sala centrale del tempio, contenente la sua effigie assieme ad altre divinità solari, fosse colpita dalla luce solare diretta il 21 Febbraio e il 21 Ottobre.
Attualmente tale fenomeno di verifica un giorno dopo, il 22 dei mesi indicati, ma l’allineamento risulta grossomodo corretto e il 22 settembre del 1968 il tempio potè godere di una nuova inaugurazione.
Topolino e le proposte
Tra le varie proposte per salvare il tempio, la vincitrice era stata caldeggiata nel noto settimanale per il fanciullo Topolino.
Nei numeri 292-293 del Luglio 1961 della nota rivista Romano Scarpa, noto sceneggiatore e disegnatore, scrissse la storia Paperino e il colosso del Nilo, ispirata proprio dalla scelta del 1960 di creare la Diga di Assuan.
Nella storia la Banda Bassotti decide con un audace colpo di rubare l’intero Tempio (convinto che esso contenga uranio): non avendo le risorse economiche per farlo, falsifica un papiro per illudere Paperone che sotto il Tempio di Abu Simbel sia custodito un ricco filone di platino sicché il ricco Papero, in gita in Egitto, convochi il fido inventore Archimede per proporre idee atte a salvare il tempio dandogli così accesso al filone.
Dopo molte idee stravaganti Archimede propone l’idea dei blocchi numerati, che però vengono rubati nottetempo dai Bassotti lasciando Paperino a montare cubi artificiosamente creati a comporre una bizzarra opera astratta che viene sciolta dalla piena del Nilo.

Tavola di Paperino e il colosso del Nilo
Paperino viene quindi deluso e umiliato, ma con grande coraggio si avvede dell’inganno e affronta i Bassotti per recuperare la refurtiva, salvare il Tempio e guadagnare la stima e il rispetto dell’Egitto.
Effettivamente fu l’idea dei blocchi a trionfare, dimostrando come Scarpa aveva visto lontano.
L’autore però decise di regalarsi della critica sociale: il Primo Ministro Egizio, dinanzi a Paperino beffato dai Bassotti, si lancia in una lunga invettiva contro l’arte moderna definendo l’astrattismo “indegno di essere esibito nei musei” e insultando Paperino stesso per aver assemblato un monumento “moderno” anziché il Tempio.
Il comitato destinato a vagliaree le proposte di salvataggio (che avrebbe, come visto, prescelto quella indicata da Scarpa stesso) viene descritto come una massa di arruffoni dalle idee bizzarre, inefficaci e arruffoni, probabilmente metafora delle discussioni che si tenevano nella Venezia di quegli anni relative all’acqua alta.
Topolino tornerà sull’argomento nella storia Topolino e il Tempio di Babu Simbel, parodia del tempio di Abu Simbel nel quale il coraggioso detective sconfiggerà niente di meno che degli alieni ostili pronti a usare un dispositivo di tracciamento installato nel tempio stesso per lanciare l’invasione della Terra.
Topolino, approfittando dello spostamento del Tempio, dichiarerà di avere il potere mentale di influenzare la tecnologia e se lui da solo è riuscito a manipolare di 210 metri il navigatore della nave aliena, tutti i terrestri assieme avrebbero avuto il potere di distruggere per sempre la supremazia tecnologica aliena privandoli dei loro strumenti avanzati e costringendoli alla resa ed annunciare al cosmo che la Terra era diventata la patria di una specie di invincibili telepati.
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