BUFALE SULLE DONNE – Complottisti che odiano le donne (e non solo)

di Shadow Ranger |

bufala sindaco di lonigo
BUFALE SULLE DONNE – Complottisti che odiano le donne (e non solo) Bufale.net

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Avrete notato una rubrica “Evergreen” aperta da poco sulla nostra pagina, contenente una serie di vecchie bufale che a volte ritornano.
Mi piacerebbe soffermare la vostra attenzione su un ricco filone di bufale che sembrano destinate all’immortalità in quanto, ogni volta che sembrano “spegnersi”, appare un vero o presunto fatto di cronaca “di poco falsa” a riaccenderlo agli occhi del popolo della rete.
Sto parlando delle bufale legate alla “Salute femminile”. Le avrete lette anche voi, e se non le avete trovate nella rubrica Evergreen di questo sito, presto potreste reincontrarle. Sono bufale di vario livello legate a prodotti con cui le signore del pubblico (ma anche gli uomini… ma il complottista si focalizza sulle signore) sono quotidianamente a contatto. La storia degli antitraspiranti che provocano il cancro, con appello firmato da persone del tutto inventate nella migliore delle ipotesi, dottori reali ma per niente contenti di vedere il loro nome sfruttato per propagare menzogne, dei rossetti che contengono piombo ed altri tossici tali per cui, se spargi il rossetto su un foglio di carta e vi strofini una fede d’oro, lascia dei segni scuri (notare: ciò dipende dalle proprietà dell’oro della fede, non certo dalle proprietà del rossetto), e di note marche di alimenti per la prima infanzia che venderebbero cibi contaminati da infestanti ed agenti nocivi.
Il bufalaro “di primo livello”, ovvero il primo estensore della bufala (ormai perso nella notte dei tempi) motiva la sua condivisione con l’esigenza di “difendere la donna”, convincendo gli agenti “di secondo livello” a prestargli clic, attenzione e condivisione. Si prega di notare come sovente i condivisori di secondo livello siano persone in assoluta buona fede, che ritengono di essere utili alle lettrici… ma purtroppo per loro non lo sono. Diventano vittime a loro volta.
Parte del fenomeno l’abbiamo già analizzata in passato con riguardo al Kebab, laddove un semplice giro in una fornita libreria ci ha donato un estratto dal testo “Falsi giornalistici. Finti scoop e bufale quotidiane” di S. Casillo, F. Di Trocchio e ed S. Sica, laddove nuovamente comparivano “Bufale”, sotto le specie delle Leggende Metropolitane, legate all’universo femminile. In questo caso, in un autentico scontro generazionale tra le massaie degli anni ’40 e la generazione degli anni ’60, la diffidenza delle prime verso la modernità si traduceva in autentiche bufale.

L’ubiquitario dado da brodo, oggi strumento essenziale in ogni cucina, ha comportato in passato che fossero resi “inutili gli sforzi e l’impegno di qualche componente della famiglia per pervenire alla realizzazione di un <manufatto> destinato alla soddisfazione dello stesso bisogno a cui esso dà risposta senza comportare fatica o perizia particolari”. Alla comparsa, così, dei dadi da brodo istantanei, della carne in scatola e dei detersivi in polvere fecero subito seguito voci che bollavano in modo negativo questi prodotti svelando segreti che ne scoraggiavano l’acquisto: i primi contenevano <materiale stercorario>, la seconda poteva essere costituita non solo da manzo ma da qualsiasi altro tipo di animale, cani randagi compresi, quanto poi alle lavatrici ed ai nuovi detersivi, entrambi, fatalmente ed indistintamente, strappavano o rovinavano i panni”.

Lo scopo era evidente: le “nonne” provavano disagio verso prodotti atti a sostituire efficacemente il loro impegno e, anziché essere contente che il progresso avesse aumentato il tempo libero a disposizione delle “madri”, le loro figlie, diffamavano e demonizzavano quel progresso. Con l’attaccare il dado da brodo perché pieno di sterco, la carne in scatola perché composta da carni scadenti se non di animali randagi, ed i detersivi in polvere perché abrasivi e nocivi per il bucato, quelle “nonne” indirettamente attaccavano le loro stesse figlie, accusandole di anteporre ai propri “egoistici” bisogni il benessere dei loro cari, schierandosi dalle parti dell’Industria anziché con le familiari e rassicuranti “Forze del Bene” insite nella famiglia tradizionale.
Si aggiunsero presto alle bufale indicate storie ancora più “splatter”: i più anziani di voi ricorderanno la storia della giovane sposina che, volendo presentarsi al meglio il giorno delle sue nozze, si recava in un solarium per alcune sedute di abbronzatura, morendo tra atroci sofferenze perché i raggi UV le avevano “bollito gli organi interni”, e la sua variante secondo cui la vittima non era una giovane sposina, ma una altrettanto giovane casalinga e la sua triste fine era stata cagionata dal forno a Microonde (nuovo “oggetto del desiderio”) imperfettamente schermato che aveva liberato delle non meglio precisate, e nocive, radiazioni all’altezza del suo ventre.
I più furbi tra voi avranno notato un filo comune in tutte queste storie: il bufalaro di turno non vuole salvare nessuno. Non ha interesse nel proteggere la donna, ha interesse nel terrorizzarla, spaventarla a morte sottovalutando la sua intelligenza e la sua emotività.
Il bufalaro di turno è convinto, per tutta una serie di suoi motivi privati e personali su cui non vogliamo sindacare, che le Multinazionali e le Industrie che producono svariati prodotti della modernità, dai profumi fino ai cosmetici passando per il latte in polvere, siano il Male Assoluto, un demonio da combattere.
Per combatterli dovrebbero ricorrere a strumenti come il boicottaggio, ma non ci riescono. Per questo ricorrono ad una larvatissima forma di terrore, quasi una minaccia: aggrediscono cioè coloro che percepiscono come “clienti privilegiate delle stesse”: la donna.
Come in passato il bufalaro terrorizzava la donna prospettandole l’idea di ammanire veleno sulla tavola dei suoi cari, o una morte lenta e dolorosa per la “colpa grave” di essere stata sedotta dalla tecnologia moderna anziché usare i vecchi forni delle nonne, oggi il bufalaro auspica ed augura alle lettrici con liberalità mali incurabili e gravi conseguenze per se e per i propri cari.
La donna non viene tutelata da certe bufale, anzi, viene insultata, viene vista come un mero strumento privo di capacità critiche e volontà, colpita e percossa con immagini di morte e malattia finché non si pieghi al volere del bufalaro accettando la sua “Giusta lotta” alle cattive multinazionali.
Capirete come ciò non possa essere accettato: e per quanto la tentazione di premere il tasto condividi sia forte (e molte, molte persone in buona fede ci cadono) voi non fatelo. Diventereste pedine in un eterno gioco di terrore e menzogne.

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