BUFALA Questo è quello che ho trovato questa mattina a Prato dal macellaio… – bufale.net

di Shadow Ranger |

bufala sindaco di lonigo
BUFALA Questo è quello che ho trovato questa mattina a Prato dal macellaio… – bufale.net Bufale.net

Esiste una categoria di bufale che abbiamo ribattezzato bufala herpes, dal nome di una categoria di infezioni virali caratterizzate da una permanenza illimitata nell’organismo ospite, sul quale manifestano i loro sintomi e riattivano la loro infettività ad intervalli regolari di tempo.

In questo caso alcune pagine chiaramente troll hanno riattivato una vecchia bufala, dalla storia assai interessante, che coglieremo l’occasione di riepilogare per voi

INVASIONE
Questo è quello che ho trovato questa mattina a Prato dal macellaio. Ormai vendono solo roba per CINESI dato che non ci vivono più gli Italiani. CONDIVIDI. Tutti devono sapere che siamo INVASI.

Ovviamente, il logo di Condividi se sei Honesto denuncia la bufala per quello che è. Una trollata. Ma neppure una trollata originale. Ricostruiamo insieme la sua genesi.

Il 21 Marzo del 2017 al nostro caporedattore Mastinu viene indicato un bizzarro post. Prontamente questi provvede ad una sua analisi, che pubblichiamo l’indomani.

Il post era stato presentato dal suo autore con la sigla E.S., indicato come Esperimento Sociale, quello che il sottoscritto Shadow ama definire una via di mezzo tra una Candid Camera ed una trollata propriamente detto.

L’utente in vena di viralità compose quindi il fotomontaggio ottenuto modificando le etichette sulla confezione di un coniglio che ora vedete nella foto, e lo ricondivise con la didascalia iniziale

e con oggi comincia la vendita di carne di gatto nei supermercati italiani. Commentate e condividete se siete indignati

Per poi, raggiunta la massima viralità, inserire nei commenti un lungo walltext (riportato in integrale nel nostro articolo linkato) esplicando come l’immagine fosse un fotomontaggio e che il suo scopo era sensibilizzare, a suo modo, il lettore sulla differenza percepita da animale da reddito e da consumo alimentare.

Credevamo la notizia si sarebbe così risolta, ma il 22 Marzo 2017, letteralmente poche ore l’uscita del nostro pezzo e del commento di smentita dell’autore dell’Esperimento Sociale, ecco che a gamba tesa intervenne il portale bufalaro (ora chiuso) La Nozione costringendo il sottoscritto ad un nuovo fact checking.

I viralizzatori de La Nozione, ottenuta la foto dell’esperimento sociale, imbastirono un raccontino virale, anch’esso riportato nel mio articolo di follow-up integrando l’esperimento sociale con alcuni elementi indinnianti.

Nella storia così fu inserita la località del presunto esercizio commerciale, Prato, in quel periodo nota per avere una vasta comunità cinese, e la storiella si arricchì di alcuni elementi di sinofobia degna del più squinternato Yellow Peril dei romanzi pulp novecenteschi, con l’intervento del presidente dell’immaginaria associazione “Cinesi in Italia” contento di poter sfamare il suo appetito coi gatti ed un appello al popolo Italiano per tutelare sia i felini che le “loro tradizioni” (con l’autore che si era dimenticato di aver introdotto il suo raccontino parlando del consumo di gatti in alcune regioni Italiane…).

La cosa più rischiosa degli esperimenti sociali, rilevai all’epoca, è che essi cominciano a vivere di vita propria, ed un fotomontaggio nato da un individuo che voleva semplicemente spiegare le sue idee sulla differenza tra animale di affezione e da reddito/consumo alimentare era così diventato, in sole 24 ore, una sorta di chiamata alle armi nazionalpopolare per chiedere ad ogni condivisore di diventare un moderno Flash Gordon e combattere un Ming lo Spietato o un malvagio Fu Manchu col grill già pronto per nutrirsi del suo povero gattino Felix, nell’opulento stile della bufala del Giustiziere, invocando atti fuori controllo e spinti dalla rabbia.

Per almeno un anno questa bufala è tornata silente, salvo poi essere rievocata, proprio in tempi in cui si parla di immigrazione, nella sua forma più beceramente sinofobica.

Ma il popolo della Rete, dalla memoria notoriamente corta, continua a credervi.

 

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