BUFALA Isis introduce la sua moneta e conia il dinaro in oro e argento – Bufale.net

di David Tyto Puente |

bufala sindaco di lonigo
BUFALA Isis introduce la sua moneta e conia il dinaro in oro e argento – Bufale.net Bufale.net

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Da un po di giorni circola la notizie secondo cui l’ISIS starebbe introducendo la propria moneta. Una sorta di ritorno al “dinar“. Molteplici sono gli articoli a riguardo, dai siti di informazione fino a politici italiani e le loro teorie  a riguardo.

L’Isis ha deciso di coniare una valuta del califfato con l’obiettivo di ripristinare le monete islamiche, coniate in oro e argento puro, che erano in circolazione nel periodo dello splendore del primo Islam. Lo riporta il Daily Mail, spiegando che lo Stato Islamico punta a mettere in circolazione la nuova moneta nelle prossime settimane in tutte le zone controllate dal califfato. L’obiettivo è ripristinare il Dinar originale, una vecchia valuta del primo islam coniata in passato in oro e argento e attualmente usato in molti paesi ma fatto di materiali diversi.

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In merito al contenuto dell’immagine di Bernini, il noto deputato del M5S che parlava dei Microchip sottopelle americani, leggendo questo articolo capirete quanto sia inconsistente la sua teoria.
Il 22 settembre 2014 Adnkronos pubblica la notizia dell’arresto di alcuni membri  ISIS in Kuwait con delle monete del Califfato. La notizia dell’arresto la si trova in numerosi quotidiani online, ma in merito alle monete o banconote stampate non troviamo riscontri.
A diffondere la notizia fu il Daily Mail lo scorso 10 novembre 2014, sostenendo che sia stato dato l’annuncio nelle moschee di Mosul e che verrà introdotta nelle prossime settimane nei territori controllati dal gruppo ISIS. Ci sarebbe persino un comunicato/dichiarazione pubblicato dal sito IraqiNews con i disegni delle tipologie di monete:
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Queste storie non sono nuove, già a inizio 2014 circolava la notizia della presunta banconota dello Stati Islamico:
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Tuttavia questa foto riportata da numerosi siti web si è rivelata una bufala per i seguenti motivi:

  • il nome “Islamic Stati in Iraq” è sbagliato, dovrebbe essere “Islamic State of Iraq and The Levant“;
  • la valuta è di 100 Pound, da come riportato nella seconda riga in inglese , alquanto strano siccome si parla di dinar e non di sterline;
  • l’uso della doppia lingua, utilizzando addirittura quella del nemico americano;
  • l’immagine è un fotomontaggio dellla banconota da 100 Pound della Palestina;
  • il numero identificativo della banconota, A001088, è lo stesso di quella palestinese presente su Wikipedia.

Al momento ci atteniamo a sostenere che si tratti dell’ennesima bufala, potrmmo pensare che sia stata attuata dagli stessi ISIS per attirare l’attenzione dei media.
Bisogna considerare anche altri fattori relativi alla creazione di una nuova valuta. L’unico valore che potrebbero avere è quello del materiale utilizzato per la loro creazione (oro, argento e rame, che hanno comunque un costo internazionale variabile), per il resto sarebbero l’equivalente delle banconote del Monopoli se non viene ancorata alle valute straniere (riconoscimento internazionale e tasso di cambio). Le monete potrebbero essere usate, ma più che altro all’interno di un mercato nero con diversi cambi di valuta (un po come avviene in Paesi come il Venezuela, dove esistono svariati tassi di cambio). Inoltre, dovrebbe essitere un “tesoro” gestito da qualche ente o autorità, quindi un sistema bancario.
Abbiamo citato spesso il “tasso di cambio“.Qualcuno potrebbe dire che non servirebbe, invece la faccenda è molto complessa. Chi vorrà, o dovrà, usare la nuova valuta dovrà comunque “comprarla” utilizzando le vecchie valute nazionali  (come il Dinaro iracheno e la Lira siriana).
Esistono comunque delle valute “simili” nel mondo, come quelle della Disney, utilizzabili all’interno dei parchi giochi a tema in tutto il mondo, o come quelle di Brixton (Inghilterra), utilizzabili soltanto all’interno della comunità locale. Il trucco stà nel fatto che queste valute hanno il tassi di cambio 1:1 con la moneta legale e vengono riconosciuti dai Ministeri del Tesoro come “buoni regalo”. Insomma, c’è bisogno comunque di un’autorità e un’istituzione.
Come potete capire, è un sistema molto complesso e rischioso. Rimarremo in attesa di ulteriori notizie.

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