Bambino morto affogato in piscina a Roma: spunta un’altra testimonianza

di Redazione Bufale |

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Bambino morto affogato in piscina a Roma: spunta un’altra testimonianza Bufale.net

Si parla con insistenza di un’altra testimonianza a proposito del bambino morto affogato in piscina. I fatti sono avvenuti durante un evento nel centro sportivo di Centocelle a Roma, ed è senza dubbio una tragedia immane per tutti, ma chiaramente sull’accaduto è stata aperta un’indagine per chiarire i fatti. I genitori hanno incolpato i dipendenti del centro per quanto avvenuto al loro bambino di tre anni, i quali dovevano supervisionare la zona.

Si parla nuovamente del bambino morto affogato in piscina a Roma: trapelata un’altra testimonianza

Questioni sempre delicate quelle relative ai più piccoli, come osservato in passato con altri articoli. Una versione che però cozza con quanto raccontato da un socio di questo centro sportivo e che risulta essere testimone di questa vicenda secondo Il Fatto Quotidiano. Durante questa festa i bambini si sono improvvisamente staccati dai loro genitori e senza alcun tipo di controllo si sono tuffati in questa piscina, anche se i cancelli erano chiusi, quindi la piscina non era stata aperta al pubblico.

Secondo quanto raccontato da questo testimone il piccolo si è buttato di sua spontanea volontà all’interno di questa piscina, ma diversi dipendenti hanno segnalato ai genitori questa gestione fuori controllo dei vari bambini. Sia quindi i piccoli che i loro genitori sono stati richiamati più volte. Non è ancora chiaro come i bambini siano arrivati in piscina, anche perché se fosse stata aperta al pubblico ci sarebbero stati i bagnini a supervisionare il tutto.

Il piccolo che è annegato è stato praticamente da solo per quasi 50 minuti ed è stato ritrovato da un dipendente dopo dieci minuti dall’accaduto, ma più volte è stato ribadito come la piscina fosse chiusa e quei bambini non dovevano trovarsi lì.

Se i genitori incolpano i dipendenti, le accuse di responsabilità vengono rispedite al mittente. Perché in quel momento non toccava a loro supervisionare un’area che era chiusa al pubblico. Resta la tragedia e purtroppo a pagarne le spese è stato un bambino di soli tre anni. Vedremo dove condurranno le indagini sul bambino morto affogato in piscina a Roma.

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