Bambini dormono per strada dopo le ruspe al Baobab (Foto)

di Luca Mastinu |

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Bambini dormono per strada dopo le ruspe al Baobab (Foto) Bufale.net

Un’immagine tendente rischiosamente al virale, pubblicata su un profilo Facebook e già in tour di bacheca in bacheca, ci viene sottoposta dai nostri lettori:

 

Secondo la didascalia, i bambini presenti nell’immagine starebbero dormendo per strada a seguito dello sgombero del centro Baobab, a Roma, avvenuto ieri mattina e di cui abbiamo parlato in questo articolo.

Nel ricordare che un’immagine con didascalia non è mai un’informazione (leggete la nostra guida utile), troviamo una risposta in un articolo del 2015 di Ottawa Citizen che ci indirizza direttamente allo scatto originale del fotografo Jay Directo, presente nello stock Getty Images:

L’immagine, come è possibile apprendere dalla descrizione, è stata scattata il 22 aprile 2015 a Manila, capitale delle Filippine. È dunque impossibile che si tratti di bambini sgomberati dal Baobab, considerando che l’immagine originale è addirittura precedente di anni e soprattutto non è scattata in Italia.

L’immagine, addirittura, faceva parte di una campagna di sensibilizzazione sulla povertà dei bambini del mondo. Immortalare dei bambini dormienti su un materasso lercio disposto su uno spartitraffico, in effetti, è un forte esempio di come vadano le cose in certe zone del mondo.

Attribuire lo scatto a un istante del post-sgombero del centro Baobab è errato e ingiusto, sia per i protagonisti della vicenda che per i bambini immortalati nell’immagine.

Una notizia di tale portata, ovvero lo strazio di alcuni bambini sgomberati costretti a dormire per strada, avrebbe avuto una certa risonanza anche attraverso gli organi di stampa, ma non esistono riscontri su testate ufficiali né su canali istituzionali. Parliamo di bufala, quindi, perché è falso che quei bambini fossero ospiti del Baobab costretti a dormire per strada dopo lo sfratto.

Parliamo di acchiappalike, infine, perché ogni mendicante del web attinge dalle cronache e dai fatti del momento per creare il proprio contenuto e suscitare l’indignazione degli utenti che non sono soliti verificare quanto commentano o condividono.

 

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