ANALISI IN CORSO Immigrati incendiano centro accoglienza. Devastazioni a Torino

di Luca Mastinu |

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ANALISI IN CORSO Immigrati incendiano centro accoglienza. Devastazioni a Torino Bufale.net

Voxnews il 6 agosto riporta la notizia secondo la quale un gruppo di immigrati avrebbe incendiato e devastato un centro di accoglienza a Torino:

Una vera e propria battaglia al centro di espulsione di corso Brunelleschi a Torino, dove è scoppiata questo pomeriggio una rivolta dei clandestini.

Molti dei 176 clandestini presenti nella struttura, comprendendo che la pacchia è strafinita, in segno di protesta contro l’imminente espulsione ha devastato le casupole appiccando anche un incendio.

I clandestini sono saliti sui tetti, mentre la polizia ha arginato le violenza con i reparti mobili.

La violenza era coordinata con i teppisti di estrema sinistra che stazionavano fuori dalla struttura.

Il primo a commentare i fatti è il capogruppo torinese della Lega e segretario torinese del Carroccio Fabrizio Ricca che chiede un intervento del ministro dell’Interno: «Mi auguro che Matteo Salvini possa risolvere velocemente la situazione e provvedere in tempi rapidi con i rimpatri di chi al posto di ringraziarci per l’accoglienza spacca tutto per protesta».

Una prima contraddizione è rintracciabile tra il centro di accoglienza indicato nel titolo e il centro di espulsione di cui si parla nel testo, che sono due cose diverse. Repubblica, inoltre, parla di Centro di Permanenza e Rimpatrio (CPR) e scrive l’articolo durante i fatti, riportando che non erano ancora note le cause della rivolta. In quel momento si registravano un principio di incendio e l’intervento dei reparti antisommossa della Polizia. Nel frattempo, un gruppo di manifestanti stazionava al di là della recinzione. Per via dei disordini era dovuto intervenire anche l’ufficio immigrazione della Questura.

Il Ministro dell’Interno Matteo Salvini, nel commentare il fatto, ha pubblicato un articolo di Nuova Società. La notizia riporta che 176 migranti presenti all’interno della struttura hanno danneggiato casupole e appiccato un incendio, mentre altri erano saliti sui tetti. All’esterno dell’ex caserma di via Brunelleschi – oggi utilizzata come CPR – si era radunato un gruppo di manifestanti, già da tempo in lotta contro il CPR.

Nuova Società ha pubblicato l’articolo alle 17:27 del 6 agosto, ma ancora non erano noti i motivi della rivolta. La stessa lacuna viene riportata dal quotidiano locale Cronaca Qui in un articolo pubblicato alle 18:46 dello stesso 6 agosto. Si parla, nel dettaglio, di un incendio appiccato con alcuni materassi. Non sono noti, anche per Cronaca Qui, i motivi della protesta.

Alcune testimonianze vengono raccolte dagli autori del sito Macerie, tra i quali vi sono gli attivisti che durante i fatti erano presenti all’esterno della struttura:

La scintilla non è solo una e le motivazioni della rabbia non possono essere stilabili così facilmente in un elenco, ma da quello che raccontano i ragazzi dentro possiamo solo immaginare cosa significhi stare in un recinto per bestie da soma con 40°, l’acqua potabile razionata a un litro al giorno e consegnata immancabilmente calda, pasti avariati e alla mercé di forze dell’ordine e di un’azienda, la multinazionale francese Gepsa, che ricava il suo profitto dalle miserevoli condizioni quotidiane che riesce a imporre.

Sempre secondo Macerie, il 6 agosto un ragazzo ospite della struttura si era sentito male e chiedeva di essere trasportato all’ospedaletto, ma veniva pesantemente messo a tacere dalle forze dell’ordine presenti all’interno, con una «lezione fisica». Da quel momento sarebbe partito un lancio di oggetti contro lavoranti e militari. Gli ospiti, ancora, avrebbero dunque dato fuoco ad alcuni materassi e avrebbero frantumato le vetrate, per poi salire sul tetto.

A quel punto arrivavano circa 100 agenti in tenuta antisommossa. Alcuni ragazzi venivano rinchiusi nelle stanze, mentre altri sostavano sul tetto fino all’indomani mattina. Gli attivisti hanno messo a disposizione anche un video girato dagli stessi ospiti della struttura:

Il 7 agosto Onda Rossa ha pubblicato un collegamento telefonico con un attivista di Torino presente durante la rivolta. L’interlocutore sostiene che i disordini sono scoppiati il 6 agosto durante il pranzo, quando le persone avevano preso a lamentarsi per il cibo scadente. Nel frattempo era arrivata la notizia di un pestaggio ai danni di un ragazzo che chiedeva di essere visitato perché non stava bene. L’attivista riferisce che al CPR l’unico farmaco che viene somministrato agli ospiti è il Paracetamolo, per qualsiasi evenienza.

Ancora, l’interlocutore parla di piccoli incendi appiccati all’interno delle aree. All’arrivo della celere, alcuni ospiti sono stati manganellati, e gli attivisti hanno ricevuto delle foto da alcuni ragazzi presenti all’interno. Per i prossimi giorni si preannunciano anche scioperi della fame.

La radio parla di condizioni difficili di detenzione già registrate all’interno della struttura, alla base delle quali ci sarebbe la protesta innescata il 6 agosto. L’episodio del ragazzo picchiato perché richiedente delle cure sarebbe stato il detonatore.

Finora, le testimonianze riportate da MacerieRadio Onda Rossa restano le uniche fonti, e parliamo di analisi in corso nell’attesa di altri riscontri che ci diano conferma sulle dinamiche della rivolta degli immigrati.

 

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