Alessia Morani e i “crocefissi da appendere al collo”

di Shadow Ranger |

bufala sindaco di lonigo
Alessia Morani e i “crocefissi da appendere al collo” Bufale.net

Alessia Morani e i “crocefissi da appendere al collo” è quel genere di bufala che amiamo definire bufala Voltron.

Sarete stati anche voi ragazzini, ed avrete visto le avventure di Voltron: oppure siete ragazzi oggi e le avete viste su Netflix. Per i quattro sassi che non sanno di che si parla, vi faremo un riassunto.

Voltron è un possente robot combattente dei cartoni animati formato a sua volta da cinque robot a forma di leone più piccoli che si fondono insieme. Quindi, tecnicamente, per abbattere Voltron devi abbattere le sue cinque componenti. Così fanno i bufalari: rilasciano un pacchetto con più bufale assieme, deboli singolarmente, ma che richiedono al fact checker lo sforzo costante di verificarle tutte, ottenendo una risposta più lunga della ridicola soglia di attenzione dell’indinniato speciale medio.

Ecco quindi l’ultima Bufala Voltron che abbiamo recuperato:

La bufala Voltron su Alessia Morani e i "crocefissi da appendere al collo"

La bufala Voltron su Alessia Morani e i “crocefissi da appendere al collo”

Due “presunte citazioni”, una di Alessandra Moretti e l’altra di Alessia Morani.

Della citazione di Alessandra Moretti ci siamo già occupati in passato, e siete cordialmente pregati di cliccare su questa frase per leggere le puntate precedenti, parte integrante di questa analisi.

Resta ora la presunta citazione di Alessia Morani

Per i crocefissi che si portano al collo si posso coprire con dei foulard che scendono al bisogno (sic!)

La frase, compreso l’orrendo errore di ortografia, è una bufala.

Un falso, una fake news, un meme (cosa che, come abbiamo anticipato, è diventata il calunnioso linguaggio di elezione di certa propaganda politica).

Bufala per la quale Alessia Morani, l’interessata, ha già deciso di sporgere querela

Preveniamo già i garantisti della Rete, piccoli avvocati difensori dei Mematori pronti a dire “Cattivoni, non fermerete il meme”, “viva la satira” e cose che, a queste “creazioni” non si applicano.

La stessa pagina firmatrice del meme è la prima a rivendere la sua creazione come post-verità, munendola di un altrettanto sgrammaticato teaser.

Stiamo aspettanto con ansia la Morani, per intelligenza anche lei non scherza, che per non essere da meno della Moretti se ne uscirà con la copertura delle croci che portiamo al collo……sicuri anticipiamo tutti??? (sic!)

Praticamente è l’essenza del post-truth lodato dall’Alt-Right americana: pubblichiamo notizie inveritiere, perché secondo la nostra fantasia potrebbero diventarlo in futuro.

E, nel frattempo, simili meme hanno lo stesso effetto del gettare un prosciutto in una vasca piena di piranha e allontanarsi fischiettando e facendo finta di niente mentre nel laghetti si consuma un carnaio immondo.

Vi offriamo una selezione di commenti reperibili al link indicato…

Alcuni dei commenti più pesanti sul link

Ma andate cagare. Siete due fallite. Solo il pd vi poteva reclutare

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Due cog*ione che prendono lo stipendio gratis, ma dategli un calcio in cu*o

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Ma queste signore cosa hanno in testa? Posso pensare che il PD riceva finanziamenti da organizzazioni mussulmane?

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Ma perché non andate a ca*are tutte e due in qualche cimitero acattolico così siete contenti? A’mbecilli nate!!!!

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Ma quanto siete mon*ole per non offendere i musulmani ma siamo in italia loro devono rispettare le nostre croci

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PENSO CHE dovreste censurare voi stesse.Siete la VERGOGNA italiana.Tappatevi la BOCCA PER  rispetto Agli ITALIANI

Due co*ione che prendono lo stipendio gratis ma dategli un calcio in cu*o

Praticamente, i cinque minuti di odio teorizzati da Orwell, uno scomposto carnaio di istinti repressi, fantasie di violenza, analfabetismo rampante, caps lock usato liberalmente come l’inesistente punteggiatura, insulti di ogni tipo e quel genere di comportamento per cui auspichiamo che la querela sporta da Alessia Morani ai gestori della pagina si estenda anche ai suoi commentatori e condivisori, e non uno di meno.

Perché la Rete va usata con responsabilità.

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