160 bambini morti nelle Filippine: Dengvaxia e l’assist ai notutto

di Bufale.net Team |

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160 bambini morti nelle Filippine: Dengvaxia e l’assist ai notutto Bufale.net

160 bambini morti nelle Filippine, con una didascalia che incolpa la profilassi contro COVID19. Ma in questo caso non c’entra, se non nell’atto finale. Ovvero come una oggettiva pessima gestione della profilassi contro la Dengue abbia distrutto nelle Filippine la fiducia per i vaccini di Sanofi Aventis e, in generale, per la vaccinazione tutta arrivando ad un livello di esitanza vaccinale assai alto, con le conseguenze del caso.

160 bambini morti nelle Filippine: Dengvaxia e l'assist ai notutto

160 bambini morti nelle Filippine: Dengvaxia e l’assist ai notutto

Oltre un Tweet di solo testo nel quale si parla espressamente e falsamente di “vaccino COVID19” e “organi esplosi”.

Ma partiamo con ordine

160 bambini morti nelle Filippine: Dengvaxia e l’assist ai notutto

Nonostante la didascalia inviti a guardare la pagina “COVID19 vaccine Victims”, e il video venga descritto come provenire da Al Jazeera, è proprio il media del Qatar a dare un’altra narrazione.

Opposta a quella del video estratto.

Questa volta non possiamo andare in ordine cronologico, ma in ordine cronologico inverso. Siamo quindi nel 2019. Anno in cui mentre il mondo imparava a temere COVID19, le Filippine erano travolte da una ondata di vaiolo crescente senza sosta dal 2017 al 2019.

Le morti infantili per una malattia evitabilissima con la giusta vaccinazione salivano, le vaccinazioni scendevano.

Come spiegarsi tutto questo? Naturalmente con Dengvaxia, il vaccino Sanofi Aventis per la Dengue, malattia diffusa in quelle plaghe.

Possiamo ora tornare all’inizio: nel 2016 il governo delle Filippine annunciò in pompa magna l’inizio di una campagna vaccinale contro la Dengue, malattia che per i dati OMS infettava 390 milioni di persone ogni anno e ne uccideva fino a 25000, di cui il 70% in Asia.

Nel giro di un anno però l’entusiasmo venne smorzato: Sanofi Aventis aggiornò le raccomandazioni della posologia, consigliando il vaccino Dengvaxia per evitare ricadute in chi era già stato esposto alla Dengue in passato, dichiarando che invece su un organismo mai esposto alla malattia avrebbe potuto invece aumentare la gravità dei sintomi di una successiva esposizione.

Parliamo di un fenomeno tipico di malattie come la Dengue, irreplicabile in diverse malattie come COVID19 e legato alla caratteristica principale della Dengue.

Malattia nella quale non solo una seconda infezione è possibile, ma solitamente è più grave della prima.

In un organismo “vergine” studi successivi ipotizzarono che il vaccino contasse come prima attivazione immunitaria, e la seconda fosse vista dall’organismo come una ricaduta.

Mentre questo è il punto di forza di ogni vaccino per le altre malattie, COVID19 compresa, in quanto l’infezione successiva al vaccino trova un sistema immunitario già allenato ed una guarigione più rapida se non la capacità di contrastare la malattia prima di sviluppare sintomo alcuno, per la Dengue portò a usare il preparato come profilassi dei già guariti.

Sostanzialmente contando come “seconda attivazione immunitaria” riduceva il rischio della maggior gravità.

Tale meccanismo, impropriamente applicato a SARS-CoV-2, è diventato negli anni appena trascorsi la base delle fake news su ADE.

In realtà, citando proprio Al Jazeera usato come fonte

Nessuno dei 30.000 bambini nei test clinici è morto di dengue, e tutti i casi di “malattia severa” errano alquanto tenui

La definizione Sanofi di “dengue severa” conteneva infatti sintomi più attenuati della definizione internazionale

Ma ormai il danno era già fatto, e continua a dispiegare i suoi effetti.

Il seguito della storia e i 160 bambini morti

Nel resto del mondo la posologia di Denguevax fu aggiornata e si decise di usarlo solamente come profilassi per chi aveva già patito la Dengue e voleva evitarsi le conseguenze più gravi di un secondo contagio.

Nelle Filippine il Governo bloccò del tutto il programma di vaccinazione, gli ufficiali incaricati furono messi sotto scrutinio e intervennero i social.

Sempre secondo l’indagine di cui “i notutto” hanno letto solamente il titolo e neppure tutto, l’abitante delle Filippine medio passava già all’epoca sui social 9 ore e 45 di media.

Una media oraria superiore a quella di molti abitanti del mondo, e che rende particolarmente suscettibili alla disinformazione online.

Un servizio di assistenza legale accessibile alle fasce più povere della popolazione propose una class action con le famiglie di 160 bambini asseritamente morti per Dengue “aggravata” da Dengvaxia.

Non fu riscontrata alcuna correlazione.

Ancora nel 2018 apparvero nella cronaca storie di madri affrante pronte a dichiarare che Dengvaxia aveva ucciso i loro figli concluse con l’assenza delle morti o dei figli vaccinati.

Dengvaxia fu approvato nel resto del mondo con la nuova posologia: intanto il danno era stato fatto.

Il danno è affine a quanto accaduto in Italia con le fake news relative al ritiro di alcuni lotti di antinfluenzale nel 2014, con notizie modificate e riciclate di anno in anno, almeno fino al 2018, per cercare di ostacolare la campagna vaccinale, ma peggiore.

La diffusione del morbillo negli anni successivi e persino i maggiori ostacoli alla campagna di profilassi contro COVID19 sono direttamente legati alla controversia Dengvaxia.

E scopriamo ora che qualcuno sta confondendo Dengvaxia coi vaccini COVID attuali.

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