PRECISAZIONI Padova, sparò e uccise un ladro Condannato: risarcirà 325 mila euro – Bufale.net

di David Tyto Puente |

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Il 12 febbraio 2016 Davide ci chiede di controllare l’articolo pubblicato dal Corriere della Sera il 28 gennaio 2016 dal titolo “Padova, sparò e uccise un ladro Condannato: risarcirà 325 mila euro“. Ecco il messaggio di Davide, con il quale mi scuso di non aver potuto dare seguito immediato alla richiesta (così come con tanti altri):

Buongiorno,
Potete verificare l’attendibilità della notizia che posto di seguito?
Ormai è sulla bocca di tutti e non vorrei che si omettessero dei particolari di proposito ad uso e consumo dei soliti noti!

Ecco l’articolo del Corriere:

Una condanna a due anni e otto mesi di reclusione che non passerà fisicamente in carcere. E poi il risarcimento. Franco Birolo — il tabaccaio di Correzzola (Padova) che sparò e uccise il ladro che stava rubando nel suo negozio la notte fra il 25 e il 26 aprile 2012 — dovrà pagare alla famiglia della vittima 325 mila euro. Quella notte Franco Birolo, 47 anni, sentì dei rumori provenire dalla tabaccheria, proprio sotto il suo appartamento. Prese la sua calibro 9 e scese a controllare da dove venissero, trovandosi davanti a due ladri che stavano rubando stecche di sigarette. Un colpo solo e uno dei due, un moldavo di 20 anni, fu colpito al petto. Riuscì a trovare le forze per uscire dal negozio ma fece pochi passi prima di cadere senza più scampo. Lo trovarono vicino alla Fiat Punto rubata con la quale i due erano arrivati fin lì. Il complice si consegnò prima al tabaccaio e poi aiutò i carabinieri a identificare l’amico.

Si tratta di un caso molto controverso, diverso da quello di Ermes Mattielli, storia che avevo trattato in un precedente articolo con le relative disinformazioni a riguardo successive alle motivazioni della condanna.

Il 28 gennaio 2016 Il Mattino di Padova pubblicò un articolo dove veniva sostenuto il presunto tentativo di aggressione da parte del moldavo Igor Ursu contro il tabaccaio:

Urso, ha ribadito il legale, stava scagliando addosso al tabaccaio il registratore di cassa, come dimostrato dalle perizie. Non a caso uno su fu colpito al fianco all’interno del locale, salvo poi percorrere unatrentina di metri e accasciarsi.

Tesi sostenuta anche dal pm Benedetto Roberti, quindi teoricamente sarebbe dovuta all’assoluzione per il tabaccaio.

Il magistrato della condanna, Beatrice Bergamasco, escluse tuttavia la legittima difesa e spiegò le sue motivazioni giorni dopo l’articolo del Corriere della Sera. A riportare la sua teoria fu PadovaOggi il 10 febbraio 2016:

Quando il ladro è stata colpito era vicino all’uscita della tabaccheria, stava lasciando l’esercizio commerciale. La consulenza balistica avrebbe pesato molto sulla sentenza. Birolo avrebbe potuto e dovuto evitare l’utilizzo dell’arma, spiega il giudice Bergamaschi.

Il tabaccaio non è stato aggedito, avrebbe spiegato il legale, non ci sarebbe alcun riscontro su questo dettaglio.

In merito al risarcimento in denaro, ecco come sarebbe stata scelta la somma:

Infine, nel fascicolo, Bergamasco spiegherebbe il perché dei 325mila euro chiesti come risarcimento. Deriverebbero dalle tabelle numeriche in base all’età della vittima, alla situazione della madre disoccupata e a quella della sorella.

Il difensore penalista del tabaccaio, Luigino Martellato (intervistato anche al programma radiofonico La Zanzara, che consiglio di ascoltare), ha criticato le motivazioni della sentenza:

«È stata legittima difesa, piena e completa, di fronte a una situazione di pericolo e a un’aggressione in atto» sostiene convinto, «La ricostruzione del giudice? Non è quella che emerge dagli atti del processo. Ma è frutto di una sua personale interpretazione di quegli atti». Parole ferme e determinate quelle del legale che dà una lettura diversa della tragedia avvenuta fra il 25 e 26 aprile 2012. Una lettura condivisa anche dal pm Benedetto Roberti che aveva reclamato l’assoluzione, ritenendo credibile la ricostruzione secondo la quale Ursu stava scagliando il registratore di cassa contro il commerciante, sceso dal suo appartamento al piano superiore del negozio con la pistola Glock calibro 9×21 fra le mani. Poi lo sparo mortale nel locale scarsamente illuminato. Al contrario, per il giudice Beatrice Bergamasco, Birolo avrebbe superato la linea di confine che impone una proporzione tra difesa (la reazione della vittima) e offesa (l’aggressione). Anzi, ha ritenuto che nessuna aggressione sia mai stata attuata dal giovane moldavo tanto da non negare «il grave sospetto della volontarietà dell’omicidio» si legge nelle motivazioni della sentenza, pur ammettendo la legittima difesa putativa (si verifica quando, per un errore di fatto, un individuo si crede minacciato mentre il pericolo non sussiste). Nel calcolo della pena finale, infatti, il magistrato è partito da una sanzione non lieve poi ridotta per le attenuanti. E scrive: «Pena equa, tenuto conto della gravità della colpa… e delle complessive modalità del fatto, nonchè della mancata resipiscenza, è quella di quattro anni».

Insomma, la storia non è per nulla conclusa. Ricordo che si tratta di un processo di primo grado. Infatti, il legale del tabaccaio ha già annunciato che impugnerà la sentenza di condanna davanti alla Corte d’appello di Venezia, criticando a sua volta le reazioni della gente e le minacce rivolge alla giudice della condanna (messa sotto sorveglianza):

Il difensore è pronto a tornare alla carica in appello. Ma nel rispetto delle regole. L’avvocato Martellato è secco nel disapprovare ingiurie, offese e minacce contro il magistrato. «È inaccettabile quanto sta accadendo» ribadisce, «Condanno questa forma di “protesta” con toni minacciosi e violenti. Non solo è ingiustificabile. Ma è pure controproducente per il mio assistito. La nostra battaglia sarà solo ed esclusivamente nelle aule giudiziarie. Come abbiamo fatto sempre, fin dal principio».

Dovremmo aspettare il processo d’appello per saperne di più.

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