PRECISAZIONI I profughi rifiutano gli hotel perché senza wifi e tv – VIDEO – Bufale.net

di David Tyto Puente |

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PRECISAZIONI I profughi rifiutano gli hotel perché senza wifi e tv – VIDEO – Bufale.net Bufale.net

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Internet è un enorme contenitore di informazioni, dove troviamo quelle vere, quelle alterate, quelle non oggettive non complete e, in alcuni casi, bufale. Escludendo quelle vere, sono le altre il vero problema dell’informazione online. I motivi per la quale vengono generate e diffuse sono differenti, c’è chi lo fa nascondendosi dietro lo scudo di una presunta “satira” e chi, invece, compie vera e propria disinformazione per modificare le opinioni degli utenti, con chiari scopi idealistici e politici, o per sfruttarne l’indignazione e la rabbia al fine di monetizzare attraverso i banner pubblicitari.
I siti internet, blog e quotidiani che compiono questo genere di attività, a seguito della disinformazione e delle bufale da loro diffuse, hanno generato ulteriori dubbi ai lettori che di fronte ad un eventuale notizia vera iniziano comunque a sospettarne la veridicità. Da un lato è un bene, perché si prende coscienza del problema legato all’informazione online, dall’altro invece si rischia, attraverso commenti frettolosi sui social network in merito a queste notizie, di disinformare ulteriormente sostenendo a priori che si tratti di notizie false.
In molti ci avete chiesto di verificare la notizia riguardante dei profughi che si sarebbero lamentati della nuova sistemazione perché non sarebbero stati presenti alcuni servizi quali la Wifi e la televisione. Imolaoggi riporta la notizia con il titolo “Profughi rifiutano l’hotel perché “senza wifi e TV, troppo lontano dal mare”“, La Nazione riporta il titolo “Migranti arrivati dalla Sicilia rifiutano l’hotel a Campiglia: “Mancano il wifi e la tv”“, così come anche il Corriere della Sera con il titolo “I profughi rifiutano gli hotel «Isolati, senza wi-fi e tv»“. I famosi titoli “acchiappalettori” che generano visite, di cui avevamo parlato nella nostra guida utile “Leggi solo il titolo o tutto l’articolo?“.
È difficile verificare di persona se certe cose sono accadute realmente o meno, ma in questo caso è possibile farlo ascoltando la voce di chi lavora sul campo e ha realmente contattato le forze dell’ordine, occorse sul posto, per risolvere la situazione. Stiamo parlando di Luca Guidi, capostruttura dell’accoglienza organizzata dalla cooperativa Diogene protagonista di questo episodio, che in una video intervista pubblicata su Facebook (di Alessandro De Gregorio) spiega come sono andate le cose, smentendo alcune dicerie nate sulla vicenda e confermandone altre:

Riportiamo, inoltre, un suo intervento citato dal Corriere della Sera nell’articolo precedentemente linkato:

«Quelli arrivati ieri sono persone stupende» dice immediatamente Luca Guidi, capostruttura dell’accoglienza organizzata dalla cooperativa Diogene. «Tra di loro donne incinta e bambini: tutti ben educati e disponibili». Mette le mani avanti a dire che ai Cinque Lecci la maggior parte degli esuli sono soltanto grati di ciò che stanno ricevendo. Altrettanto però Guidi non può dire dei nuovi arrivi. «E questi.. e questi…» sussurra alzando le braccia. E questi sono profughi fuggiti dall’Africa già da diverso tempo, hanno qualche soldo in tasca così come i telefonini. Finora hanno vissuto a Trapani, in un albergo «di lusso», come lo definisce il capostruttura. Ma i continui sbarchi hanno costretto a liberare le strutture in Sicilia per fare spazio, trasferendo gli ospiti già presenti verso nord. È in questo modo che i diciotto nuovi arrivi si sono ritrovati di fronte a un hotel di certo non eccelso, ma pulito, con vitto e scatoloni di vestiti donati dalle associazioni di volontariato. Alla fine è stata trovata la soluzione e il gruppo è stato sistemato in quattro mini-appartamenti di una struttura turistica situata a poca distanza. Nella decisione le autorità italiane hanno dovuto anche tenere conto di potenziali dissidi che si possono creare fra etnie diverse.

A forza di sentire solo notizie negative su immigranti e profughi si rischia di giungere alla conclusione che siano un tutti un problema. Non tutto è, scusate il gioco di parole, “bianco o nero”, non è tutto “rosso o blu”, così come tutti gli immigrati o tutti i profughi non sono tutti delinquenti, maleducati o tutti santi, così come tutte le associazioni o cooperative che operano nel campo dell’accoglienza non tutte lo fanno a scopo di lucro o per senso umanitario (leggi la storia di “NR 35“).

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Luca Guidi insieme ad alcuni ospiti (foto legata alla storia di “NR 35“)


Sono dei casi da prendere singolarmente, uno ad uno e senza generalizzare. Sta ai lettori, a conclusione di questo articolo, decidere a cosa fare, se farsi traghettare dai titoli sensazionalistici e da siti che professano odio e indignazione (eventualmente monetizzando), oppure cercare di aver uno sguardo più ampio, oggettivo e verificare che di fatto non tutto il mondo è “bianco o nero”.

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