PRECISAZIONI Gestione separata INPS professionisti: riduzione aliquote 2017, bufala o realtà? – bufale.net

di Nicola Ventura |

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PRECISAZIONI Gestione separata INPS professionisti: riduzione aliquote 2017, bufala o realtà? – bufale.net Bufale.net

 

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Professionisti e pensioni, un tema scottante.

A occuparsene, una moltitudine di siti specializzati in economia, finanza e lavoro.

Il portale ForexInfo.it, in particolare, si domanda cosa ci sia di vero nella più volte annunciata riduzione delle aliquote per i professionisti iscritti alla gestione separata Inps.

Proviamo a leggere uno degli articoli che Forex.Info.it dedica all’argomento e vediamo di capirci qualcosa di più.

Gestione Separata INPS professionisti senza cassa. Per il terzo anno consecutivo il Governo Renzi ha promesso che nella prossima Legge di Bilancio 2017 verrà affrontata la questione della riduzione dei contributi dovuti dai cittadini iscritti alla Gestione Separata Professionisti senza cassa, sia in qualità di professionisti senza un albo di riferimento che in qualità di collaboratori.

Tuttavia, e almeno per ora, si tratta solo di una promessa, poiché negli ultimi due anni il Governo è riuscito solo a bloccare l’aumento già previsto delle aliquote (aumento disposto dalla Legge Fornero per ragioni di bilancio INPS).

L’autore del pezzo, Francesco Oliva, iscritto all’albo dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Roma, mantiene un solido distacco rispetto alle “promesse del Governo” in tema di riduzione dei contributi dovuti dagli iscritti alla gestione separata Inps.

Proseguiamo nella lettura del pezzo:

Nel corso della puntata di “Porta a Porta” dello scorso 6 settembre, il premier Matteo Renzi ha annunciato che:

“Nella prossima legge di Stabilità verranno tagliati i contributi per le partite Iva non iscritte agli ordini, una platea di 500mila persone”

Il risparmio prodotto sui singoli professionisti senza cassa dipende dal volume di reddito prodotto, essendo una contribuzione di tipo proporzionale.
In questo senso, sono da considerarsi una bufala le ipotesi di risparmio medio per professionista pari a circa 1.000 euro all’anno. ovvero circa 80 euro al mese (una sorta di riedizione pubblicitaria in salsa contributiva del famoso bonus Renzi 80 euro). Appare abbastanza evidente che una stima di questo tipo oggi non è suffragata da alcuno studio tecnico o accademico autorevole.

Il riferimento nemmeno tanto velato è a quelle indiscrezioni di stampa secondo le quali il risparmio medio per professionista pareggerebbe il bonus Irpef da 80 euro al mese spettante a tutti i lavoratori dipendenti e a chi percepisce redditi assimilati al lavoro dipendente.

Infine una chiosa:

Fonti vicine all’Esecutivo parlano di una riduzione compresa tra 1 e 2 punti percentuali; si tratterebbe comunque di una notizia ottima, soprattutto considerando che l’attuale normativa prevede un graduale aumento (solo rimandato nelle ultime Leggi di Stabilità) fino ad arrivare all’assurda percentuale del 33%.

Tuttavia, il dovere di cronaca ci impone di sottolineare come la stessa promessa sia stata già fatta nel 2014 e nel 2015, salvo poi doversi limitare al – comunque apprezzabile – blocco dell’aumento delle aliquote.

L’articolo procede poi su aspetti più tecnici: chi volesse continuare la lettura può cliccare qui.

Insomma: cosa c’è di vero nella riduzione delle aliquote per i professionisti iscritti alla gestione separata Inps?

La criticatissima “legge Fornero” sul tema prevedeva un graduale aumento della aliquota pensionistica – un punto percentuale all’anno, fino al raggiungimento del 33% – che minacciava i già esigui redditi di centinaia di migliaia di partite Iva. In sostanza si parla di norme volute dal governo Monti la cui applicazione è stata fin qui scongiurata, anno dopo anno, grazie alla mobilitazione di organizzazioni come ACTA, l’associazione dei freelance.
Gli strumenti utilizzati da ACTA per far rinviare gli aumenti sono stati definiti “fantasiosi” dalla stessa associazione: espressioni come “flash mob”, “fax bombing”, “tweet bombing” servono a definire una azione di “lobbing” che si è rivelata efficace.
Secondo ACTA, vi sarebbero importanti novità per l’esercito delle partite Iva; non solo è stato scongiurato ancora una volta l’aumento degli oneri contributivi previsti dalla legge Fornero, ma il governo starebbe pensando ad alcuni interventi tendenti a rendere più equa e sostenibile la situazione previdenziale dei professionisti iscritti alla gestione separata: “anticipazioni” che dovranno essere confermate nella legge di stabilità 2017come spiega efficacemente l’associazione dei freelance in un articolo sul tema.

Gli annunci del governo hanno a oggetto due questioni specifiche:

L’aliquota pensionistica, attualmente al 27 %, sarà ridotta al 25%: si tratterebbe, come specifica ACTA, di “un forte avvicinamento alla situazione di altri lavoratori autonomi come artigiani e commercianti”.
Il “taglio” della aliquota pensionistica verrebbe però parzialmente compensato da un aumento della contribuzione “per le spese assistenziali”, come malattia e maternità: è previsto infatti un aumento dall’attuale 0,72% all’ 1-1,5%. L’obiettivo sarebbe quello di garantire un miglioramento delle prestazioni: il sottosegretario Nannicini si sarebbe impegnato personalmente con ACTA affinché “ogni euro raccolto” venga effettivamente impegnato per un miglioramento delle prestazioni assistenziali a favore dei freelance.

In sostanza la contribuzione complessiva passerà dall’attuale 27,72 al 26-26,5% con un miglioramento, teorico, delle prestazione che dovrebbe riguardare i casi di malattia.

Ma chi sono i “professionisti senza cassa” per i quali il governo starebbe pensando a una riduzione degli oneri previdenziali?
Si tratta di un “bacino di utenza”, anche elettorale, di circa un milione di persone; non ingegneri o architetti, ma figure professionali comunque importanti come programmatori, designer, grafici, fisioterapisti: lavoratori, con scarse o nulle tutele, iscritti alla gestione separata Inps che rischiavano di dover pagare una aliquota previdenziale del 33% secondo quanto previsto dalla legge Fornero.

In conclusione: gli annunci sono veri, ma in vista della prossima legge di stabilità ci sarà da incrociare le dita.

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