PRECISAZIONI Famiglia Cristiana: «Si vietino i gay in tv prima delle 22.30 perché urtano la sensibilità dei più piccoli» – bufale.net

di Shadow Ranger |

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PRECISAZIONI Famiglia Cristiana: «Si vietino i gay in tv prima delle 22.30 perché urtano la sensibilità dei più piccoli» – bufale.net Bufale.net

statocivileCi segnalano un articolo targato Gayburg, nel quale viene riportato

Prosegue senza sosta la crociata integralista contro i gay e le loro famiglie. Secondo il cattolicesimo di Mari Adinolfi, Gesù è ormai superato e è preferibile sostituirlo con l’ideologia di chi sostiene che essere “cristiani” significhi disprezzare e perseguitare il prossimo in un’ottica di negazione di quanto scritto nei Vangeli. L’amore pare ormai cosa superata per chi preferisce usare Dio come oggetto di profitto, magari speculando pure sulla promozione di torture psicologiche che potrebbero ammazzare qualche adolescente gay.
Ad unirsi al fronte integralista è ora anche Famiglia Cristiana che, in un articolo di Marco Deriu dal titolo “Quel reality sulle coppie sposate in fascia protetta”, afferma:

In questi giorni dopo il Natale – per antonomasia la festa della famiglia – i vertici di Rai 3 hanno deciso di riproporre le storie del programma nella fascia preserale, collocando le repliche alle 20.05 del 26, 27, 28, 29 e 30 dicembre, dopo il Tg3 e prima di Un posto al sole. È proprio la scelta dell’orario a suscitare perplessità: riproporre temi ancora scottanti in una collocazione di largo ascolto e di fruizione famigliare è una decisione per molti aspetti dirompente.
Precisato che il Natale debba essere la festa di Gandolfini e dei suoi figli adottati o di Adinolfi e delle sue due mogli, si precisa che loro esigono che le famiglie gay siano incluse in virtù dell’odio irrazionale che sprizzano da ogni poro contro di loro.

Si passa così a dare spazio all’opinione dell’Aiart, ossia l’associazione di telespettatori cattolici che fecero indebitamente sospendere “Fisica o chimica” e che cercarono di impedire la partecipazione di Conchita Wurst. A loro nome Massimiliano Padula ha rivolto alla Rai «un vero e proprio appello, perché ci spieghino i motivi di una scelta che sa di forzato e di “costruito ad arte”. Non possiamo non farci portavoce di una domanda di senso a cui il Servizio pubblico non può non dare una risposta». Ed è sistenendo che sarebbe meglio parlare di come Adinolfi abbia cristianamente ingravidato le sue due mogli, domanda «perché Rai 3 non scrive e realizza un format che riesca a raccontare la fatica e la gioia delle famiglie eterosessuali, a dare spazio alle contraddizioni e alle imperfezioni che oggi una coppia uomo-donna (sposata in chiesa o civilmente) vive, nonostante le tante iniquità sociali ed economiche che spesso impediscono di generare figli e progettare il futuro?».
Insomma, come sempre questa gente vuole essere al centro dell’attenzione, chiedendo la censura altrui per poter propogandare a senso unico le loro opinioni quasi si trattassero di una verità rivelata.

Dal canto suo Famiglia Cristiana benedice l’ipotesi di programmi che esaltino la famiglia tradizionale contrapponendola alle altre, asserendo che:

La proposta è ragionevole e la facciamo nostra, aggiungendo un ulteriore elemento utile alla riflessione: le norme di autoregolamentazione della televisione italiana prevedono che le trasmissioni in onda sulle reti nazionali generaliste (Rai 3 lo è) nella fascia oraria compresa fra le 7.00 e le 22.30 siano destinate a una fruizione famigliare. La scelta di Rai 3 di inserire nel preserale di questi giorni le repliche del programma delega alle famiglie una responsabilità in più nella valutazione dell’adeguatezza di contenuti e forma alla sensibilità spettatoriale dei più piccoli.
Come sempre, i bambini diventano un oggetto con cui alcuni adulti cercano di nascondere e giustificare i loro pregiudizi. Ma dato che questi sedicenti “cristiani” non hanno manco il coraggio di ammettere che sono loro ad avere problemi con i gay, ecco che usano degli innocenti come scudo umano utile a peggiorare il mondo che si lascerà loro.
Interessante sarebbe anche comprendere in quale modo l’amore di una famiglia spaventa così tanto gli integralisti sino a ridurli a sostenere che l’amore debba essere censurato alla fruizione familiare mentre paiono non avere problemi con i programmi che promuovono il razzismo, l’odio o il sessismo.

In realtà l’articolo di Famiglia Cristiana, a onor del vero, riportato in integrale usa toni sostanzialmente molto più dimessi e meno aggressivi, sia pur esprimendo dubbi (legati, ovviamente, alla difformità tra una weltanschauung profondamente cattolica ed una profondamente laica) sulla trasmissione stessa.

Riportiamo estratto più completo, rimandando alla lettura del link diretto per il maggior approfondimento

In questi giorni dopo il Natale – per antonomasia la festa della famiglia – i vertici di Rai 3 hanno deciso di riproporre le storie del programma nella fascia preserale, collocando le repliche alle 20.05 del 26, 27, 28, 29 e 30 dicembre, dopo il Tg3 e prima di Un posto al sole. È proprio la scelta dell’orario a suscitare perplessità: riproporre temi ancora scottanti in una collocazione di largo ascolto e di fruizione famigliare è una decisione per molti aspetti dirompente.

La nuova (ri)proposta del palinsesto di Rai 3 ha suscitato reazioni di segno opposto. Se Monica Cirinnà, prima firmataria dell’omonimo Ddl, ha definito “coraggiosa” la scelta della direttrice di rete Daria Bignardi, il presidente nazionale dell’Aiart – Associazione italiana telespettatori Onlus – Massimiliano Padula ha rivolto alla Rai e in particolare alla stessa Bignardi «un vero e proprio appello, perché ci spieghino i motivi di una scelta che sa di forzato e di “costruito ad arte”. Non possiamo non farci portavoce di una domanda di senso a cui il Servizio pubblico non può non dare una risposta».

È ancora Padula a lanciare un’idea interessante: «Perché Rai 3 non scrive e realizza un format che riesca a raccontare la fatica e la gioia delle famiglie eterosessuali, a dare spazio alle contraddizioni e alle imperfezioni che oggi una coppia uomo-donna (sposata in chiesa o civilmente) vive, nonostante le tante iniquità sociali ed economiche che spesso impediscono di generare figli e progettare il futuro?».

La proposta è ragionevole e la facciamo nostra, aggiungendo un ulteriore elemento utile alla riflessione: le norme di autoregolamentazione della televisione italiana prevedono che le trasmissioni in onda sulle reti nazionali generaliste (Rai 3 lo è) nella fascia oraria compresa fra le 7.00 e le 22.30 siano destinate a una fruizione famigliare. La scelta di Rai 3 di inserire nel preserale di questi giorni le repliche del programma delega alle famiglie una responsabilità in più nella valutazione dell’adeguatezza di contenuti e forma alla sensibilità spettatoriale dei più piccoli.

Non si parla dunque di dubbi sui gay in TV, ma perplessità sul replicare in orario serale una trasmissione inizialmente pubblicata in notturna, e di perplessità sul regolamento di autoregolamentazione.

Possiamo quindi affermare che le parole cariche contenute nel titolo di Gayburg non appaiono in alcun luogo nell’articolo pubblicato da Famiglia Cristiana.

Il quale espone un dubbio però al quale ci sentiamo di azzardare una motivata risposta che possa mettere entrambe le parti in causa d’accordo, a pacificazione per il nuovo anno.

Riporta il citato Regolamento all’articolo 2.2:

Tuttavia, nella consapevolezza della particolare attenzione da riservare al pubblico dei minori durante tutta la programmazione giornaliera e tenendo conto che in particolare nella fascia oraria dalle ore 19.00 alle ore 22.30 il pubblico dei minori all’ascolto, pur numeroso, è presumibile sia comunque supportato dalla presenza di
un adulto, le Imprese televisive si impegnano a:
a) dare esauriente e preventiva informazione – nell’attività di informazione sulla propria programmazione effettuata, oltre che sulle proprie reti, ad esempio a mezzo stampa, televideo, Internet – relativamente ai programmi dedicati ai minori e sull’intera programmazione, segnalando in particolare i programmi adatti ad una fruizione familiare congiunta e quelli invece adatti ad una visione per un pubblico più adulto, nonché a rispettare in modo più rigoroso possibile gli orari della programmazione;
b) adottare sistemi di segnalazione dei programmi di chiara evidenza visiva in relazione a
lla maggiore o minore adeguatezza della visione degli stessi da parte del pubblico dei minori all’inizio di ciascun blocco di trasmissione, con particolare riferimento ai programmi trasmessi in prima serata;
c) nel caso di Imprese televisive nazionali che gestiscono più di una rete con programmazione a carattere generalista e non con caratteristiche tematiche specifiche (quali, ad esempio, sportive o musicali), garantire ogni giorno, in prima serata, la trasmissione di programmi adatti ad una fruizione familiare congiunta almeno su una rete e a darne adeguata informazione.

Riteniamo quindi possibile che il compito genitoriale non sia aggravato, bensì possa diventare un’ottima occasione di confronto ed educazione, negli auspici del citato Regolamento.

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