PRECISAZIONI Addio insulina, a Milano il primo trapianto europeo di cellule del pancreas – bufale.net

di Shadow Ranger |

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Ci segnalano i nostri contatti un articolo relativo al giugno del 2016

Presso l’Ospedale Niguarda di Milano è stato effettuato il primo trapianto in Europa di cellule pancreatiche che ha permesso ad un paziente di 41 anni di guarire dal diabete di tipo 1 e dire finalmente addio all’insulina. La tecnica utilizzata è stata messa a punto da Camillo Ricordi che dirige il centro Diabetes Research Institute (DRI) dell’Università di Miami dove già in passato sono stati seguiti i primi due casi mondiali. L’intervento ha coinvolto l’équipe della Chirurgia Generale e dei Trapianti, quella dell’Anestesia e Rianimazione 2, la Diabetologia, la Nefrologia e la Terapia Tissutale.

L’operazione consiste nel trapianto delle isole pancreatiche sulla membrana che circonda gli organi addominali. In pratica si va ad inserire chirurgicamente quelle cellule senza le quali si soffre di diabete di tipo 1. Quando le isole pancreatiche non fanno il loro dovere, l’insulina scarseggia e i livelli di glucosio che dovrebbe regolare aumentano al punto da provocare iperglicemia e, nei casi peggiori, il coma. Per questo, per mantenere sotto controllo il Diabete di tipo 1, i pazienti devono costantemente controllare i livelli di insulina nel sangue così da assumerne la dose necessaria in caso di bisogno.

Permettendo dunque alle isole pancreatiche di funzionare, non si rischia più di subire un calo dell’insulina e si guarisce dal Diabete di tipo 1, come è avvenuto appunto a Milano per il paziente di 41 anni che, secondo il comunicato ufficiale dell’ospedale, adesso “sta bene e ora non ha più bisogno di somministrarsi insulina per mantenere sotto controllo i valori di glicemia”.

L’altra buona notizia è anche che il paziente non è a rischio rigetto. Le isole pancreatiche, donate da un soggetto sano, vengono inglobate in una “impalcatura biologica” che si unisce il plasma del paziente con la trombina in una sostanza gelatinosa che aderisce all’omento (tessuto altamente vascolarizzato che ricopre gli organi addominali). “L’organismo – spiegano – assorbe gradualmente il gel lasciando le isole intatte, mentre si formano nuovi vasi sanguigni che forniscono l’ossigenazione e gli altri nutrienti necessari per la sopravvivenza delle cellule”

E la notizia è confermata. Il tag precisazioni è solo dovuto al fatto che, in realtà questo tipo di operazione è ancora innovativo e come ricorda il Sole24 Ore, destinato ad essere l’apripista di una nuova via da perfezionare e migliorare anzichè un prodotto nuovo e concluso

La procedura di trapianto è stata messa a punto al Diabetes Research Institute (DRI) di Miami, centro di eccellenza diretto dal docente dell’Università di Miami Camillo Ricordi. Qui sono stati seguiti i primi due trapianti di questo tipo effettuati nel mondo. “Mi congratulo vivamente con l’equipe di Niguarda, il primo team della DRI Federation in Europa e nel mondo ad aver confermato il risultato iniziale ottenuto a Miami l’anno scorso – commenta Ricordi – Questa tecnica di ingegneria tissutale sarà fondamentale per permettere la sperimentazione clinica di nuove tecnologie per evitare l’uso di farmaci anti-rigetto, che oggi limitano l’applicabilità del trapianto di isole ai casi più gravi di diabete”. Gli esperti ipotizzano infatti che in futuro sarà possibile applicare sull’omento microcapsule e altri dispositivi che riducano la necessità di ricorrere ai farmaci immunosoppressori. “Con questa tecnica – osserva De Carlis – si è aperta una nuova via”.

Un’altra possibile via potrebbe passare attraverso un vero e proprio pancreas artificiale, che sempre secondo il Sole 24 Ore potrebbe vedere la luce nel 2018.

In ogni caso, siamo dinanzi a sviluppi estremamente promettenti e, pur ribadendo che scopo di questo portale non è fornire consigli o ausili medici, non possiamo che lodare i progressi della scienza e della medicina per migliorare la qualità della vita di tutti.

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