NOTIZIA VERA Sciopero degli esami di profitto nelle università italiane: salta la sessione autunnale 2016/2017

di Elisa Frare |

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NOTIZIA VERA Sciopero degli esami di profitto nelle università italiane: salta la sessione autunnale 2016/2017 Bufale.net

Sciopero dei professori e dei ricercatori universitari riportato da Ultime notizie flash:

Bruttissime notizie per gli studenti di tutta Italia: i professori e i ricercatori universitari hanno deciso di proclamare e aderire allo sciopero degli esami di profitto per la sessione autunnale 2016/2017. Questo vuol dire che gli studenti che pensavano di poter dare gli esami dalla fine di agosto a ottobre, rischiano di dover saltare questa sessione. Una doccia fredda arrivata pochissime ore fa. Una notizia che ha scosso sicuramente tutti gli studenti che pensavano di poter dare gli esami nella sessione autunnale. Nella lettera di proclamazione dello sciopero degli esami di profitto, vengono elencati i motivi per i quali i professori hanno preso questa decisione. Si spiegano anche le modalità con le quali si aderirà a questo sciopero che riguarda tutte le università italiane. La lettera di proclamazione dello sciopero è stata firmata da 5444 Professori e Ricercatori Universitari e Ricercatori di Enti di Ricerca di 79 Università e Enti di Ricerca Italiani. E’ chiaro quindi che se non si trovasse un accordo in merito a quelle che sono le richieste dei professori, gli studenti rischierebbero di perdere tempo prezioso, non potendo fare gli esami durante la sessione autunnale 2016/2017.

Ecco quanto si legge nel testo della lettera che è stata inviata agli studenti delle università italiane.

Oggetto: Proclamazione di sciopero dagli esami di profitto nelle Università Italiane.
I sottoscritti 5444 Professori e Ricercatori Universitari e Ricercatori di Enti di Ricerca Italiani, di 79 Università e Enti di Ricerca Italiani, con la presente comunicazione, nel rispetto della legge del 12 giugno 1990, n° 146, come modificata dalla legge dell’11 aprile 2000, n° 83, nonché della Deliberazione n° 3 dell’11 gennaio 1996 della Commissione di Garanzia per l’attuazione della legge n. 146/90, proclamano l’astensione dallo svolgimento degli esami di profitto nelle Università italiane durante la prossima sessione autunnale dell’anno accademico 2016-2017, precisamente nel periodo compreso tra il 28 agosto e il 31 ottobre 2017, per le motivazioni e con le modalità che seguono
Tale astensione è finalizzata ad ottenere l’adozione di un provvedimento di legge, in base al quale:
1) le classi e gli scatti stipendiali dei Professori e dei Ricercatori Universitari e dei Ricercatori degli Enti di Ricerca Italiani aventi pari stato giuridico, bloccati nel quinquennio 2011-2015, vengano sbloccati a partire dal 1° gennaio del 2015, anziché, come è attualmente, dal 1° gennaio 2016;
2) il quadriennio 2011-2014 sia riconosciuto ai fini giuridici, con conseguenti effetti economici solo a partire dallo sblocco delle classi e degli scatti dal 1° gennaio 2015.
Tale manifestazione conflittuale è conseguenza di una vertenza che si trascina senza esito apprezzabile fin dal 2014, come testimoniano numerose lettere firmate da 10000 o più Professori e Ricercatori Universitari e Ricercatori di Enti di Ricerca Italiani: lettera al Presidente del Consiglio del 2014, lettera al Presidente della Repubblica del 2015 (che la trasmise, cogliendone la rilevanza, al Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca), altre due lettere al Presidente del Consiglio nel 2016 (in seguito alle quali una nostra delegazione è stata ricevuta da delegati della Presidenza del Consiglio il 30 novembre 2016), tutte reperibili nelle pagine apposite del sito: https://sites.google.com/site/controbloccoscatti/home
Un incontro avvenuto il 27 marzo 2017 tra una nostra rappresentanza e tre delegati della Ministra dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca lasciava presagire qualche sviluppo positivo, ma poi, dopo un successivo incontro del 7 giugno scorso (ottenuto solo dopo tre richieste al MIUR, in data 20 aprile, 11 maggio e 21 maggio scorsi, al fine di avere risposte), non si è avuto alcun riscontro.
Le modalità della manifestazione di astensione, risulteranno le seguenti:
1) Nella sessione di esami di profitto autunnale p.v., relativa all’anno accademico 2016-2017, ci asterremo dal tenere il primo degli appelli degli esami di profitto già programmati nel periodo anzidetto, per la durata massima di 24 ore corrispondenti alla giornata fissata per il primo degli appelli che cadano all’interno del periodo 28 agosto-31 ottobre 2017, così come comunicato da ciascun Professore o Ricercatore al Direttore del Dipartimento ovvero alla propria struttura di riferimento.
2) Tutti gli esami corrispondenti verranno, di conseguenza, spostati all’appello successivo, che si terrà regolarmente.
3) Verrà assicurata in ogni caso la tenuta di almeno un appello degli esami di profitto nell’ambito del periodo 28 agosto – 31 ottobre p. v. Pertanto, nelle Sedi in cui i calendari degli esami prevedano un solo appello per gli esami di profitto in tale periodo, e questo cada nel periodo anzidetto, ci asterremo dal tenere tale appello, per la durata massima di 24 ore corrispondenti alla giornata fissata, ma chiederemo alle strutture degli Atenei di competenza di fissare un appello straordinario dopo il quattordicesimo giorno dalla data del giorno dello sciopero.
4) Verranno assicurati tutti gli esami di profitto al di fuori del periodo 28 agosto – 31 ottobre p. v.
5) Verranno assicurate inoltre in tale periodo tutte le altre attività istituzionali.
Riteniamo che tali modalità conflittuali e di parziale astensione dalle prestazioni istituzionali siano nel contempo rispettose del diritto di sciopero garantito costituzionalmente e del diritto degli utenti di avere servizi ridotti ma non annullati.

La notizia è vera ed è stata riportata dalle maggiori testate e agenzie italiane, come Il Corriere della Sera, La Stampa, Il Sole 24 Ore e Adnkronos, che precisa:

”Siamo consapevoli – prosegue – che questo creerà disagi agli studenti (si stima che negli atenei torinesi possano essere a rischio circa 300 appelli), ma poiché vogliamo anche tutelare i diritti dei nostri allievi a sostenere gli esami, abbiamo deciso che laddove il docente nella medesima sessione avrà più appelli salterà solo il primo, laddove invece l’appello sarà unico, chiederemo all’ateneo di fissarne uno straordinario due settimane dopo”.

”La nostra iniziativa di protesta – conclude Ferraro – non si esaurirà con lo sciopero di settembre, perché altre sono le questioni sul tappeto per le quali chiediamo risposte, da un piano di assunzioni che coinvolga personale ordinario e ricercatori, alle risorse da destinare al diritto allo studio per gli studenti meritevoli”.

Leggo riporta la lista dei docenti firmatari: Lettera firmata da 5444 Professori e Ricercatori Universitari e Ricercatori di Enti di Ricerca di 79 Università e Enti di Ricerca Italiani. Rimane il fatto che gli studenti universitari non sono ovviamente felici della cosa: in un mondo universitario dove gli appelli spesso e volentieri si accavallano addirittura nello stesso giorno, dove si ha la possibilità di avere due appelli nella sessione autunnale si decide spesso di lasciarsi due o più esami. Ci sarà comunque la possibilità di tentare l’esame in questione almeno una volta, ma con grandi disagi e problematiche soprattutto per chi deve rispettare le scadenze in vista della laurea o di chi gode delle borse di studio e deve quindi accumulare un tot di crediti in un determinato periodo. Tutti motivi per cui diverse liste universitarie hanno criticato la scelta, lamentando anche una lotta che invece di unire l’intero cosmo universitario lo spacca a metà: lo spiega ad esempio La Repubblica in Università, prof contro il blocco degli aumenti: niente esami fino a ottobre. Studenti in rivolta.

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