Kung Fu Panda 3 e il “Gender”: non fate gli “Adinolfi qualunque”

di David Tyto Puente |

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Kung Fu Panda 3 e il “Gender”: non fate gli “Adinolfi qualunque” Bufale.net

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Dopo quanto è accaduto con la scuola perugina ed il mancato appuntamento con il cartone animato per la fantomatica accusa di essere un film “gender”, tocca fare questa piccola guida utile per gli “Adinolfi qualunque“.

La scorsa settimana Mario Adinolfi ha preso di mira il cartone animato “Kung Fu Panda 3” con due post Facebook, uno del 14 marzo 2016 e uno del 15 marzo 2016:

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Volete capire come si fa il lavaggio del cervello gender ai bambini? Ad esempio con il protagonista di Kung Fu Panda che ha due papà. Ne parliamo a Radio Maria ne Il Mormorio di un vento leggero

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“Ma che fai, te la prendi con Kung fu Panda?”. Se n’è parlato oggi, un po’ ovunque. Sì, resto convinto che con intelligentissima scelta ovviamente soft o come dice Fabio Volo “delicata”, sia stato utilizzato un cartone animato dal successo planetario e un personaggio simpatico a tutti i bambini e adulti del mondo, per far passare il concetto di “stepchild adoption”: l’idea che che si possa crescere con due papà, uno biologico e uno adottivo, che in assenza di una mamma questa sia sostituibile da un doppione maschile. Continuo a considerare questi modelli tremendamente pericolosi, nessuno ha due papà, meno che mai un “papà adottivo” sostituisce una mamma. E il fatto che nel cartone animato tutto sia “carino” e inattaccabile è il problema in più, non un problema in meno.

La prima domanda che ci possiamo porre è: “Adinolfi ha visto i cartoni animati di Kung Fu Panda?

La storia per gli “Adinolfi qualunque”

Po inizialmente aveva una mamma e un papà. La mamma lo salva abbandonandolo in un carretto di ravanelli. Probabilmente è stata uccisa da Lord Shen.

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Po viene trovato da Mr. Ping, un’oca (maschio e single) che lo addotta e lo cresce come se fosse suo figlio.

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Po scopre di essere stato adottato, ma riconosce Mr. Ping come suo padre per averlo amato e cresciuto.

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Nel terzo film incontra Li Shan, il suo padre naturale. Po lo riconosce come tale ed è contento di averlo ritrovato, ma non nega la figura paterna di Mr. Ping che lo ha cresciuto.

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In nessun caso i due papà rimpiazzano il ruolo della madre, che nel film viene ricordata e riconosciuta come tale, così come in nessuna maniera i due costituiscono una cosiddetta “coppia arcobaleno” o un “nucleo familiare gender”.

Inizialmente Mr. Ping non gradisce affatto Li Shan, lo vede come una minaccia che potrebbe portargli via il figlio che ha cresciuto. In seguito Mr. Ping e Li Shan si alleano e si aiutano per il bene di Po, dandogli la forza ed il sostegno indispensabile a “diventare ciò che è”.

Il messaggio del film? Migliorare se stessi, uscire dalle proprie insicurezze e affrontare le sfide della vita consapevoli di ciò che si è veramente. Nessun “messaggio gender”.

Gender?

Tutto questo cosa ha a che vedere con la “stepchild adoption”? Assolutamente niente!

Ricordiamo che la stepchild adoption consente ad un bambino di essere adottato dal partner del proprio genitore naturale, ma nel caso di Po Mr. Ping e Li Shan non stanno insieme e non sono affatto una coppia. Tanto per essere pignoli, l’adozione di Po avviene prima del ritrovamento del padre naturale.

Non fate gli “Adinolfi qualunque”. Guardatevi il film e imparate qualcosa.

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