DISINFORMAZIONE Io sono sconvolto! Questa è una foto della stazione di Milano centrale! – bufale.net

di Shadow Ranger |

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DISINFORMAZIONE Io sono sconvolto! Questa è una foto della stazione di Milano centrale! – bufale.net Bufale.net

Ci sono molti modi di fare disinformazione: uno dei principali è violare, coscientemente, la famosa regola delle 5W alla quale il giornalismo deve strettamente attenersi ma la “controinformazione”, ovvero il variegato mondo delle bufale virali, no.

Hanno un gran da fare i viralizzatori ad inventarsi la narrazione della “controinformazione”, l'”informazione contro”, gli araldi della libertà che raccontano “le cose che la stampa ufficiale non dice”, accusando la stampa ufficiale di essere faziosa, corrotta, pagata dai potenti, ed applicando le stesse proterve menzogne anche al fact checking reo di rompere loro le uova nel paniere, quando la triste verità è che non esiste una “informazione” contrapposta ad una “informazione contro”. Esiste l’informazione, ed esiste un sottobosco di viralizzatori che parassitano la prima, alterandone il senso ed il significato per un pugno di likes, vendendo agli indignados da tastiera la favola della controinformazione per far sentire ogni grossolano condivisore seriale che, con la bava alla bocca, preme il tasto condividi come un tossicodipendente in astienza a cui è stata gettata con malgarbo una nuova dose latrando insulti inenarrabili.

Torniamo quindi alle 5W: il giornalismo, quello vero, raccolto un evento ti spiega il quando (when), il perché (why), il dove (where), il cosa (what) ed il chi (who). Di ogni evento quindi è necessario che il giornalista ti dica chi sono le persone coinvolte, dove e quando hanno computo determinate azioni, quali azioni hanno compiuto ed il perché le hanno compiute.

I viralizzatori non lo fanno mai, rovistano nei cassonetti dell’informazione contro cui latrano, trovano scampoli di informazione e li sputano fuori lasciando che gli indignados riempiano allegramente i vuoti mancanti con tutto quello che li fa infoiare meglio.

Passiamo ora a questa screenshot passataci da un nostro contatto, il quale ha aggiunto di aver svelato quanto ora vi spiegheremo nel dettaglio con soli cinque minuti di ricerca

Io sono sconvolto! Questa è una foto della Stazione di Milano centrale! Ma come è possibile una città ricca, turistica e piena di eventi ridursi così?

Vi risparmiamo ogni osservazione sulla sintassi urticante riscontrata nell’appello, come vi risparmiarmo i commenti che abbiamo riscontrato inseguendo il filo delle condivisioni.

Tranne un commento. Scremeremo tutti i latrati e boborigmi xenofobi per illustrarvi un singolo, meritevole commento

Io abito a Milano e ti assicuro che al momento in stazione centrale cè il deserto (questa foto a parte che é vecchia.. Se uno é un attimo avveduto sà che a metà giugno non si dorme con la felpa e la coperta anche se si é in mezzo alla strada) capita piuttosto che arrivano di sabato e prima di assegnarli un dormitorio passimo la notte cosi .
Come sempre non perdi occasione per creare divisione laddove il problema non cè .

Infatti il nostro anonimo viralizzatore ha pasticciano non poco con la regola delle 5 W, e sfruttando l’ondata di discussioni sullo ius soli, ha deciso di confezionare una polpettina avvelenata strappando alla “stampa ufficiale” una foto da privare di ben quattro e mezzo dei cinque elementi necessari.

La foto è infatti un articolo di due anni fa de La Repubblica, che racconta come, a seguito di un arrivo straordinario, fu allestito un centro d’accoglienza temporaneo per smistare coloro che erano sfuggiti dalla crisi Eritrea presso soccorsi medici e sistemazioni meno provvisorie.

Quindi siamo di fronte ad una “non notizia” in cui il Dove è stato preservato (Milano), il Chi è stato pasticciato (da profughi Eritrei si è passato al generico “stranieri”, tanto per far indignare facile), il Quando, Come e Perché sono stati immolati all’altare del click facile.

Ribadiamo pertanto che non esiste una informazione “pro” ed una “informazione contro”.

Esistono i giornalisti che raccontano storie e sono tenuti al rispetto delle regole e “il primo che passa” che, cercata una foto su Internet, racconta storielle per click, gloria e fama.

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