DISINFORMAZIONE PROTEGGE RAGAZZINE DA PROFUGO MOLESTATORE: PUGNALATO A MORTE – Bufale.net

di Bruce McFrank |

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Lunedi è morto Arminas Pileckas, un ragazzino di 15 anni: pugnalato a morte da un giovane profugo siriano, in Svezia. Il ragazzino è stato accoltellato in una scuola di Skåne durante una pausa, da un ‘compagno’ siriano di 14 anni, che lo ha accoltellato alla schiena, arrivando al cuore.

Un compagno di scuola ha cercato di salvare la vita ad Arminas cercando di fermare l’emorragia. Polizia e ambulanza sono arrivati ​​e Pileckas è stato ricoverato in ospedale. E’ morto pochi istanti dopo.

L’assassino si chiama Ahmed Mustafa Al Haj Ali, da poco arrivato in Svezia, ora è stato preso in cura dai servizi sociali. Perché in Svezia, se uccidi qualcuno e sei un profugo, ti affidano ai servizi sociali. Peggio che in Italia. Ed è tutto dire.

Secondo le informazioni, avrebbe pianificato l’assassinio di Arminas Pileckas; sul suo pc, durante le vacanze di Natale, ricerche sul web di pagine che insegnano come uccidere qualcuno. Tutto, perché Arminas Pileckas, pochi giorni prima, lo aveva affrontato, schiaffeggiandolo, quando questi aveva molestato sessualmente delle ragazzine.

Questo l’articolo pubblicato da Vox News, sito con il quale chi ci segue da tempo ha di sicuro una certa familiarità.

Sì, a quanto pare Ahmed ha davvero pugnalato a morte Arminas: non ci sono attenuanti per gesti del genere ed è giusto che il colpevole sconti la sua pena, che sia bianco, nero, o verde col fiato rosso. Però, come è logico aspettarsi da Vox New in simili casi, la notizia non è certo stata esente da manipolazioni e inesattezze. Ma andiamo per ordine.

Basandoci sull’articolo pubblicato su Vocativ, citato anche dai colleghi di BUTAC, che si sono già occupati della vicenda, emerge per prima cosa come Ahmed fosse arrivato in Svezia già due o tre anni prima del misfatto, quindi non da così poco come si vorrebbe far credere. Ma fin qui stiamo solo cercando il pelo nell’uovo, il bello arriva ora.

Affermare che “in Svezia se uccidi qualcuno e sei profugo, ti affidano ai servizi sociali” è fuorviante: Ahmed non può essere considerato criminalmente responsabile dalla legge svedese non perché profugo, ma in quanto minorenne, il che fa tutta la differenza del mondo: fossero stati invertiti i ruoli, la stessa sorte sarebbe toccata anche ad Arminas.

In secondo luogo, che Arminas abbia preso le parti di una ragazzina molestata da Ahmed è tutto da dimostrare. Esistono due versioni riguardanti il movente della faccenda: mentre secondo la famiglia di Arminas il ragazzo avrebbe difeso una compagna di classe, secondo la famiglia di Ahmed, questi avrebbe reagito dopo numerosi episodi di bullismo e angherie subiti dal ragazzo lituano, di cui si era più volte lamentato con gli insegnanti. Nessuna delle due versioni è stata verificata dagli inquirenti.

Ciò detto, non è nostra intenzione fare l’avvocato del diavolo e il gesto è in ogni caso da condannare, ma troviamo anche che sarebbe giusto dare per certa una qualunque delle due versioni una volta concluse le indagini, e non prima.

 

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