DISINFORMAZIONE Altro che Poste Italiane! Sono state vendute alla Cina pezzo pezzo – Bufale.net

di David Tyto Puente |

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DISINFORMAZIONE Altro che Poste Italiane! Sono state vendute alla Cina pezzo pezzo – Bufale.net Bufale.net

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Alcuni utenti ci han chiesto se è vera la notizia che la Cina ha acquistato le Poste Italiane. Abbiamo cercato, in mancanza di link, di un sito o di un post Facebook che riportasse ciò per poi trovarci di fronte ad un articolo del 2 ottobre 2015 di Jedasupport dal titolo “Altro che Poste Italiane! Chiamatele pure “Poste Cinesi”. Sono state vendute alla Cina pezzo pezzo!LEGGI“.

Un altro pezzo importante dell’Italia è stato ceduto, anzi no: SVENDUTO alla Cina.
Poste Italiane ormai non è più di nostra proprietà e di Italiana ha ben poco ormai… Potremmo quasi chiamarle Poste Cinesi ma forse sarebbe troppo duro da sostenere il raffronto…
Entro Ottobre tutto questo sarà ufficiale e Poste saranno nelle mani di Pechino.
Non bastavano i tanti negozi Made in Cina presenti in vari angoli delle nostre città e forse non bastavano neppure le importazioni di pomodoro cinese…Ora gli abbiamo regalato anche le Poste… Alla fine di tutta questa crisi, resterà qualcosa di italiano? O magari si venderanno anche noi cittadini al primo offerente? Vuoi che questi non ci barattino con l’ISIS in cambio della loro immunità?! Mah… sta di fatto che ci stiamo sbriciolando pezzo pezzo pezzo, ci stiamo privando della nostra identità.
Lunedì, infatti, verranno pubblicate dagli analisti delle banche del consorzio di collocamento le ricerche che consentiranno di fissare le prime valutazioni della società, facendo scattare la cosiddetta fase di pre-marketing che durerà per tutta la settimana.La cosa che più sconcerta è che la privatizzazione delle PI alla Cina è stata considerata come un’ ancora di salvezza. In questo modo le Poste Italiana saranno in grado di mantenere gli impegni presi ed assicureranno una crescita cospicua. Ma siamo certi?
L’ unica cosa certa è che, oggi come oggi, anche le Poste Italiane ci hanno abbandonato come se fosse merce di scambio e sono state cedute al prezzo di qualche accordo ai Cinesi
Resterà qualcosa di Italiano in Italia?

La realtà è del tutto diversa, ma dal sito complottista Jedasupport ce lo potevamo aspettare.
L’articolo di Jedasupport contiene un testo copia incollato (evidenziato in color magenta nel testo sopra) dall’articolo pubblicato il 27 settembre 2015 dal Sole 24 Ore dal titolo “Pechino prepara l’ingresso in Poste Italiane“. Quindi, chi ha scritto l’articolo di Jedasupport ha sicuramente letto quello del Sole 24 Ore e ha ricamato un articolo degno della peggiore disinformazione voluta e cercata.
Ecco cosa riporta il Sole 24 Ore:

Roma – Pechino si prepara a entrare nel capitale di Poste Italiane in occasione dell’Ipo che dovrebbe prendere il via il prossimo 12 ottobre. Un fondo sovrano cinese, forse China Investment Corporation o People’s Bank of China (presente quest’ultima nel capitale di molte società italiane, come Eni ed Enel), è pronto a rilevare una quota, tra il 2 e il 5%, della società dei recapiti.

Una quota tra il 2 e il 5%. Di cosa si tratta? Per chi non lo sapesse Poste Italiane dal 27 ottobre 2015 è entrata in borsa e ci fu, appunto, l’interesse da parte di grossi investitori nell’acquisto delle azioni, tra cui anche quelli cinesi.
Capite già da questo che non c’è stata alcuna “svendita” alla Cina, così come è impossibile sostenere che l’acquisto di una quota tra il 2 ed il 5% delle azioni sia una “prova” evidente per sostenere un articolo del genere.
Come se non bastasse, basta andare sul sito di Poste Italiane nella sezione “Investitori->Azionisti” per capire chi sono i reali azionisti di maggioranza:
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Poste Italiane sono italiane, non sono diventate affatto cinesi, infatti il 64,7% delle azioni sono di proprietà del Ministero dell’Economia e delle Finanze.
È possibile, direttamente dal sito del Sole 24 Ore, controllare l’andamento delle azioni di Poste Italiane: link diretto.
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