DISINFORMAZIONE Addio chemioterapia con il farmaco PLX472O scoperto da italiani – Bufale.net

di David Tyto Puente |

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Ci chiedono di verificare quanto riportato dalla pagina Facebook “La voce del silenzio” in merito alla fine della chemioterapia grazie ad un farmaco italiano. Ecco il testo del post, di cui evidenziamo alcune parti importanti:

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Addio chemioterapia, a curare il cancro ci pensa il PLX472O scoperto dagli italiani
di Marina Ranucci
La ricerca sul cancro non si ferma mai. L’ultima scoperta è tutta made in Italy. Un team di scienziati italiani dell’Istituto di Candiolo, in provincia di Torino, ha scoperto un nuovo farmaco, il PLX472O, che potrebbe rivoluzionare le cure utilizzate contro il tumore. Coordinati da Alberto Bardelli, direttore del Laboratorio di Genetica Molecolare, e Federico Bussolino, Direttore Scientifico della Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro, gli scienziati hanno sperimentato un farmaco in grado di attaccare direttamente le sole cellule tumorali, e di frenare la riproduzione di altre cellule malate. Una vera e propria innovazione nella cura del cancro, visto che attualmente i metodi chemioterapici utilizzati colpiscono tutte le cellule dell’organismo, anche sane, non solo quelle tumorali.
In particolare, lo studio pubblicato su Proceedings of National Academy (Pnas), e portato avanti dai ricercatori italiani, ha analizzato la mutazione di un gene, chiamato BRAF, responsabile della proliferazione incontrollata di alcuni tipi di cancro, esaminando inoltre i risultati di un farmaco il PLX472O, il cui uso è autorizzato negli Stati Uniti, ma non ancora in Europa. Il farmaco avrebbe la straordinaria capacità di colpire direttamente le sole cellule tumorali ed evitarne il riformarsi. Le sperimentazioni finora effettuate per la cura del melanoma hanno dato risultati soddisfacenti e la terapia a bersaglio molecolare, in futuro, potrebbe diventare la strada da percorrere nella lotta contro il cancro. «Si è accertato – spiegano Alberto Bardelli e Federico Bussolino – che il Plx472O non solo agisce sulla cellula tumorale bloccandone la crescita, ma ha anche un effetto inatteso sul sistema vascolare del tumore. Questo eccezionale farmaco – continuano i ricercatori – migliora la perfusione ematica del tumore e l’ossigenazione con due conseguenze: facilitare l’arrivo di altri farmaci al tumore, consentendo di ridurre le dosi di chemioterapici utilizzati nel trattamento, e migliorare l’ossigenazione del tessuto riducendo l’ipossia, appunto la mancanza di ossigeno, solitamente causa della maggiore aggressività della malattia e della comparsa di metastasi. Questa scoperta – sottolineano Bardelli e Bussolino – rivoluziona le prospettive delle attuali terapie antiangiogenetiche, utilizzate ampiamente nel trattamento di molti tumori solidi, dimostrando che è possibile intervenire sull’angiogenesi tumorale non solo inibendola, ma anche cambiando e migliorando le caratteristiche funzionali del sistema vascolare del tumore. Questa scoperta – concludono Bardelli e Bussolino – è un’ulteriore tappa nella lotta contro il cancro, che si sta globalizzando e allarga il fronte, avendo compreso la necessità di studiare e colpire le vie di comunicazione tra la cellula tumorale ed il microambiente che la circonda. Infatti, il destino di un tumore verso una veloce progressione, o nel permanere in uno stato di quiescenza, dipende sia dalle caratteristiche genetiche della cellula neoplastica sia dalle molecole e dei vasi sanguigni che circondano il tumore». Insomma intervenendo direttamente sulle cellule malate e bloccandone la riproduzione si riuscirebbero a stroncare velocemente i tumori. La speranza, come accade sempre a seguito di nuove scoperte in campo medico, è che i nuovi farmaci riescano ad essere utilizzati concretamente quanto prima e non rimanere solamente allo stato di ricerca.

Il post è il copia incolla di un articolo tratto probabilmente da uno dei tanti siti lo hanno pubblicato, che tuttavia mostra delle imprecisioni a riguardo. Se leggiamo il titolo e il testo notiamo subito che il primo dice “Addio chemioterapia”, mentre il secondo “consentono di ridurre le dosi di chemioterapici”. Insomma, nessun addio alla chemioterapia, ma il titolo serve ad attirare lettori.
L’articolo si rifà a quello pubblicato dal sito Airc.it (Associazione italiana per la ricerca sul cancro) in merito a quello pubblicato nel 2011 dalla rivista Proceedings of National Academy (Pnas). Ne riportiamo la parte riguardante la chemioterapia:

Oggetto dello studio sono la mutazione dell’oncogene BRAF (gene responsabile della crescita incontrollata di numerosi tipi di tumori) e il farmaco PLX472O, che nelle varie fasi di sperimentazione in cui è stato utilizzato finora nella cura dei melanomi si è dimostrato molto efficace nell’inibire l’oncogene mutato.
La mutazione di BRAF è importante non solo nei melanomi, ma anche nei tumori del colon, dell’ovaio e della tiroide e spesso si correla a una cattiva prognosi della malattia.
“Si è accertato – spiegano Bardelli e Bussolino – che il PLX472O non solo agisce sulla cellula tumorale bloccandone la crescita, ma ha anche un effetto inatteso sul sistema vascolare del tumore”. I ricercatori hanno infatti scoperto che il PLX472O migliora la perfusione del sangue del tumore e l’ossigenazione con due conseguenze: “può facilitare l’arrivo di altri farmaci al tumore, consentendo di ridurre le dosi di chemioterapici utilizzati nel trattamento; migliora l’ossigenazione del tessuto riducendo l’ipossia – la carenza di ossigeno – solitamente causa della maggior aggressività e della comparsa di metastasi”.

Ripetiamo: nessun addio alla chemioterapia, per ora.
Di certo la notizia del principio attivo PLX472O fa senz’altro piacere, ma diffonderla in questa maniera disinformando gli utenti è un grosso errore, perché inevitabilmente in futuro qualcuno potrebbe pensare che si tratti di una bufala.

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