BUFALA Mineo: i profughi seviziano e mangiano i cani – Bufale.net

di David Tyto Puente |

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Nicoletta ci chiede informazioni su un articolo, pubblicato dal sito Articolotre.com, dal titolo “Denuncia dell’Enpa di Catania: I profughi seviziano e mangiano i cani“.
L’articolo risale al mese di novembre 2013 (nell’url è ben visibile la datazione), ma la denuncia è del maggio 2013 ed era partita proprio dall’Enpa, anche dalla loro pagina Facebook:

MINEO (CATANIA): ENPA DENUNCIA SEVIZIE SUI CANI DEL C.A.R.A. E DIFFIDA IL SINDACO, DOTTOR CASTANIA
Un meticcio sgozzato, un altro preso a calci ed un altro ancora decapitato. Sono circa trenta i cani, anche cuccioli, che vagano all’interno del C.A.R.A Centro Accoglienza Richiedenti Asilo) di Mineo (Catania) malati e feriti. Alcuni di loro sarebbero stati addirittura seviziati.
L’Enpa, che ha denunciato la preoccupante emergenza relativa alla condizione dei cani, ha sollecitato l’intervento del Sindaco e della Asp, come previsto dalla normativa vigente, auspicando un intervento immediato per mettere in sicurezza gli animali.
Il 20 Maggio è stata così inviata al Sindaco di Mineo e ad altri organi competenti, una segnalazione della sede provinciale che chiariva bene il problema e sollecitava il pronto intervento.
Alla segnalazione non si è dato alcun seguito ne’ tanto meno si è ottenuta alcuna risposta da parte del Sindaco di Mineo. Esseri senzienti la cui incolumità ed il cui benessere viene affidata inequivocabilmente al primo cittadino dalla normativa di riferimento, eppure da quest’ultimo, assolutamente abbandonati.
E’ incomprensibile come ancora si cerchi di ignorare che il benessere degli animali è sancito e riconosciuto dalla normativa; pertanto, tutte le forme di indifferenza, sono da considerare alla pari di reali omissioni di atti di ufficio. E’ inammissibile nascondere le proprie responsabilità adducendo le stesse motivazioni circa le esangui finanze comunali, incuranti che non è giustificabile, evitare il problema, lasciandolo stagnare e peggiorare. Per questo l’Enpa ha diffidato il Sindaco e l’ha intimato a provvedere immediatamente, anche con la collaborazione delle Associazioni, alla cura e alla gestione dei cani randagi, messi a serio rischio se lasciati ancora abbandonati a loro stessi.
Se, per quanto previsto, non si agirà in tempi stretti l’ Enpa si troverà costretto ad adire per le vie legali nei confronti del primo cittadino. Visti i gravi fatti, è stata presentata un’interrogazione parlamentare.

Tornando all’articolo presente nel sito Articolotre.com, leggiamo le dichiarazioni dell’allora presidente dell’Enpa catanese, Cataldo Paradiso:

«Non ci sono riscontri obiettivi ma da tempo circolano voci, lo dicono in parecchi -precisa Cataldo Paradiso, presidente dell’Enpa catanese-. Le informazioni vengono dal personale che lavora all’interno, sia volontari sia dipendenti».

Una denuncia basata solo su “inquietanti voci” e nessun riscontro obiettivo.
Già nel giugno 2013 la direzione del Centro di accoglienza di Mineo (Catania) ha risposto all’Enpa con la seguente dichiarazione:

Il CARA – scrive la direzione – non è un centro di sevizie, torture e uccisioni di animali, ne’ tanto meno gli ospiti usano mangiare cani, la mensa li fornisce di tutto cio’ di cui hanno bisogno. Le nostre segnalazioni scritte alle autorità – prosegue – sulla presenza di cani randagi all’interno e all’esterno del recinto risalgono a novembre 2012, ma molte ne erano state fatte in precedenza in via informale. Le forze dell’ordine di guardia al cancello -aggiunge il testo – hanno notato quest’anno un cane ferito, e allertato le autorità veterinarie e le istituzioni, ma non e’ stato possibile verificare se il cane sia stato ferito all’esterno o all’interno del CARA. Un altro cane randagio ha invece aggredito un ospite del centro, il che ha portato ad ulteriori nostre segnalazioni, anche per la presenza di bambini e per il timore che i cani, sempre più numerosi, facciano branco. Non ci risultano episodi gravi come quelli denunciati da ipotetiche voci.

Nella risposta della direzione c’è anche una critica nei confronti del sindaco in merito al problema del randagismo più volte segnalato:

Peraltro – prosegue – come ammettono gli stessi estensori della nota, a Mineo esiste, e non da oggi, una criticità per la presenza dei randagi. A questo punto ci chiediamo quali provvedimenti concreti abbia preso il sindaco per gestire tale situazione nel pieno rispetto della normativa. Normativa che, lo ricordiamo, identifica proprio nel sindaco il responsabile per gli animali vaganti sul territorio amministrato. Considerando che sul posto continua ad esserci una consistente presenza di randagi, nonostante le segnalazioni inoltrate anche per via informale dal CARA, è lecito quanto meno dubitare della fattività di tali provvedimenti.

A giugno dello stesso anno è stata presentata un’interrogazione parlamentare, a firma Brambilla, mentre la risposta del Governo risale a dicembre 2013:

La locale questura, inoltre, ha riferito che, per quanto attiene a segnalazioni inquietanti, forme di maltrattamento ed uccisione di cani, nessuna formale denuncia, né alcun esposto sono pervenuti agli organi di polizia o alla autorità giudiziaria. Sono stati rilevati due episodi di uccisione, ad opera di un grosso cane maschio fulvo che, specie nel periodo del calore delle femmine, ha, in diverse occasioni, attaccato violentemente gli altri cani, arrivando appunto ad ucciderne due. Sia la locale questura che il sindaco di Mineo hanno precisato che le citate segnalazioni non corrispondono alla realtà dei fatti.

Insomma, a partire dalla stessa ammissione dell’allora presidente Enpa di Catania, passando per la direzione del Centro di accoglienza, per il sindaco di Mineo e infine per la questura, si evidenzia che non c’è stata denuncia formale e il tutto è stato fondato soltanto su voci non verificate.
Riportiamo il testo della direzione del Cara di Mineo del 5 giugno 2013:

Come diceva Umberto Eco, un uomo che morde un cane fa notizia, e spiace notare che l’ENPA si unisca al coro di chi, utilizzando voci non verificate, aggiunge argomenti alla campagna contro gli stranieri nel nostro territorio. Comunque, per tenerci lontano dalle polemiche, teniamo a precisare che al Cara Mineo abbiamo a cuore la dignità dell’essere umano, di qualunque razza, etnia e religione, e quindi predichiamo il rispetto degli altri: uomini, animali e cose. Il nostro primo compito, all’arrivo degli ospiti, oltre a fornire i servizi essenziali, è quello di informare sui diritti e sui doveri previsti dalle nostre normative, e quindi anche sul rispetto degli animali che, peraltro, sono sempre stati accolti, coccolati e rifocillati, sia dal personale del centro, sia dagli ospiti.
Dallo scorso anno, con diverse note, segnaliamo alla Prefettura e al Comune di Mineo, la presenza di cani randagi, sia per la sicurezza degli stessi che per quella degli ospiti, tra cui molti minori, e riceviamo segnalazioni, ad esempio dall’associazione Onlus L’altra Zampa che si è offerta di sterilizzare gli animali e dare una mano alle istituzioni nel contenimento del fenomeno, anche attraverso pratiche di adozione. Il nostro compito, nell’accogliere i migranti e garantire loro l’inserimento nella nostra società, è quello di far incontrare diverse culture nel rispetto della civiltà, e quindi ci fa piacere che i cani randagi che si introducono dentro i nostri recinti siano bene accolti e accuditi, al punto che abbiamo avuto diverse cucciolate.
Non ci risultano episodi gravi come quelli denunciati da ipotetiche voci, né che il Cara sia un centro di sevizie e torture. Come molti sanno, per ragioni di sicurezza, il Centro è presidiato dalle forze dell’ordine, e se mai verificassimo episodi di violenza o reato di qualsiasi genere, sarebbe nostro compito comunicarli tempestivamente e far perseguire i responsabili.
I richiedenti asilo, provenienti da etnie diverse e diverse nazionalità e fedi religiose, convivono pacificamente al Cara e in questi giorni stanno eleggendo democraticamente i propri rappresentanti all’interno del campo. Non sono né tutti buoni, né tutti cattivi: sono persone, come gli abitanti di Mineo o Caltagirone o Catania. Se tra di loro vi fossero comportamenti deviati sarebbero da perseguire, come in qualsiasi altra comunità. Ma non meritano, né loro né il Cara che li ospita, alcun vergognoso tentativo di criminalizzazione.
Chi scrive comunicati per i giornali ha il dovere di pesare le parole, di documentare le accuse e di non generalizzare il reato di un eventuale singolo all’intera comunità di riferimento. Perché, come ha scritto qualcuno, a volte ferisce più la penna della spada.
la Direzione del Cara Mineo

Anche nel 2014 qualche sito online ha riportato nuovamente la notizia, senza riportarne i dovuti aggiornamenti. Stesso vale per la pagina Facebook Fronte Animalelibero, che ha riportato il 19 marzo 2015 la notizia pubblicata dal sito Articolotre.com (che ricordiamo essere del 2013).
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In merito al CARA di Mineo ci sono tante polemiche, di cui una riportata dall’articolo de Il Fatto Quotidiano del 19 aprile 2014 dal titolo “Viaggio tra gli immigrati del Cara di Mineo: un inferno di Stato che costa 50 milioni“.

AGGIORNAMENTO ore 16:12

Dalla pagina Facebook Enpa Catania si legge quanto segue:

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È una notizia di due anni fa. C’è stata una interrogazione parlamentare. L’allarme é rientrato al momento. Due anni fa il problema è stato affrontato da noi soli. Allo stato attuale non sappiamo di altre criticità. Comunque non si é mai parlato di cani mangiati. Le nostre fonti parlavano di gravi maltrattamenti.

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