BUFALA Frosinone. Gli stupra la figlia. Il padre gli dà fuoco al pene. – bufale.net

di Shadow Ranger |

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BUFALA Frosinone. Gli stupra la figlia. Il padre gli dà fuoco al pene. – bufale.net Bufale.net

frosinoneaggressioneCi segnalano i nostri contatti la seguente notizia, corredata da un link al portale Web-News24, a noi già noto:

Frosinone. Sembra una mattina come tante sotto il cielo laziale, quando M.M (così le iniziali del ragazzo)°°, commette un crimine gravissimo. In via del Gaizo, infatti, attua uno stupro ai danni di una ragazza di vent’anni indifesa, uscita per comprare le sigarette al padre. L’uomo, 56enne compiuti l’altro ieri, si accorge del forte ritardo della ragazza, preoccupato, esce per cercarla. Giunto in via del Gaizo, sente dei rumori, un pianto come di donna, poco dopo incontra la figlia riversa sull’asfalto sporco di sangue. Le chiede subito cosa è successo, come è possibile che si trovi in quello stato. La ragazza, piangendo copiosamente, racconta tutto al padre, racconta, con dovizia di particolari, la ferocia di M.M, già conosciuto nel quartiere per le sue malefatte. A quel punto, nella mente del padre di Sara, così il nome della vittima, scatta qualcosa di strano, un meccanismo perverso di vendetta.

L’uomo giunge a casa del ragazza e dopo avergli cosparso il membro di benzina, gli dà fuoco. Un atto violento, sicuramente non gratuito, ma che ora, causerà molti guai al 56enne. Come ricorda, infatti, l’avvocato Giovanni Pennettide, è sempre sbagliato farsi giustizia da soli: “Il sistema legislativo italiano garantisce una giurisprudenza esauriente. Farsi giustizia privata è sempre un errore. In ogni caso, parliamo di un atto folle, vero, ma scatenato da una reazione immediata dovuta alla vista della figlia appena violentata. Mi batterò strenuamente per il mio assistito”. In città sono in molti ad essersi schierati dalla parte del padre e soprattutto dalla parte del suo gesto. La vendetta veloce è qualcosa che fa gola ai più. Ma ricordate sempre che è necessario mantenere, anche in situazioni borderline come queste, un certo rigore e una certa prontezza mentale. La legge, se ben avviata, farà il suo corso.

Quasi 1800 condivisioni in pochi giorni per una notizia che non solo è una bufala, ma una bufala scippata al Porfidoverso, l’insieme di burle acchiappaconsensi del burlone Alvaro Porfido, per il Fatto Quotidaino.

E neppure una delle più ispirate: è evidente l’ispirazione al canovaccio che abbiamo visto più volte in diverse bufale simili, l’ormai noto:

Tizio, cittadino Italiano, patisce nel silenzio delle autorità un grave torto da Caio (oppure assiste ad un torto ai danni di donne, bambini, piccoli animali domestici, poveri o altre categorie deboli), appartenente ad una categoria invisa al Popolo della Rete (straniero, immigrato, politico, miliardario, nomade, stupratore…). Tizio si vendica con brutalità da poliziottesco anni ’70, aggredendo e menomando il “malfattore” con brutale ferocia, uccidendolo o lasciandolo gravememente menomato. Le autorità, silenti fino a quel momento, intervengono solo a quel punto per punire Tizio, sollevando l’indignazione del Popolo della Rete, a cui è richiesto condividere per punire la “Malagiustizia” e sanare il torto.

Lo stesso meccanismo, perverso quanto stolto ha, ricordiamo, portato quasi 15000 persone recentemente a firmare per salvare l’inesistente cane Grisù (un autentico Animale Fantastico come quelli del film tutt’ora nei cinema) dall’abbattimento ad opera di un malvagio giudice di pace per la colpa di aver mutilato un ladro immigrato strappadogli una gamba con le sue possenti fauci.

Sarebbe bastato verificare la stampa locale, che non riporta affatto il turpe fatto di cronaca, l’Ordine Nazionale Avvocati, che non riporta alcuna traccia del fantomatico Pennettide e fare una ricerca sulla immaginaria “Via del Gaizo”, ispirata alla “Via del Gaizo Modestino” in Avellino e scelta per l’assonanza col membro bruciato nella beffa.

Infine, avreste anche potuto controllare la nostra guida utile su Alvaro Porfido, le cui bufale ormai vengono ricopiate da svariati siti in cerca di click e condivisioni e non solo dal Fatto Quotidaino.

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