BUFALA Crea anche tu la tua moneta scritturale a casa – bufale.net

di Shadow Ranger |

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La necessità è la madre della creatività: ma cosa succede quando la necessità si spinge decisamente oltre i confini dell’immaginazione?

Abbiamo già incontrato sulla nostra strada il Popolo Unico, persone convinte che, con arditi magheggi pseudo-giuridici, come nominarsi contemporaneamente nullatenenti ed amministratori di un trust di se stessi, dichiarare che gli stati nazionali non esistono e contemporaneamente invocare le inesistenti forze di polizia degli inesistenti stati per chiedere di non dover mai più pagare tasse e simili, ma ora incontriamo sulla nostra strada gli esperti della moneta scritturale.

Partiamo da compentenze di educazione civica e storia delle scuole medie inferiori: la contabilità è il cardine del sistema bancario moderno, nato, in età medioevale come un’evoluzione necessaria di istituti esistenti già presso gli antichi Egizi ed i Greci.

Sostanzialmente, è fatto noto e risaputo sin dalle elementari che i templi erano “attrezzati” per accogliere ricche offerte, sia in beni materiali che in danaro, e, come tali, erano in grado di “custodire” queste somme per conto terzi.

Fu con lo sviluppo del commercio in età medioevale e rinascimentale che nacque un istituto detto Lettera di Credito, l’antenato dei nostri assegni, se non delle nostre carte di credito.

Sostanzialmente, i ricchi mercanti, i nobili e gli inviati delle famiglie regnanti non potevano certo viaggiare per strade malsicure e mari brulicanti di pirati e malfattori aspettando di essere derubati di casse d’oro e preziosi, e neppue potevano spostare carretti interi di preziosi rallentando così le loro operazioni, ed invitando chiunque a picchiarli, ammazzarli e buttarne i corpi in qualche fossa.

Intervennero così le grandi famiglie di banchieri con un sistema praticissimo, ancorché complesso da implementare (ed ancora complesso anche oggi, sebbene molto del lavoro sia fatto da potenti computer): la lettera di credito e le scritture contabili.

Ammettiamo di essere un ricco mercante di Firenze che decida di andare fino in Olanda a comprare beni di lusso. Se in passato avrei dovuto recarmi in Olanda trascinandomi dietro le mie ricchezze, con l’invenzione della Lettera di Credito potevo recarmi presso un banco gestito dalla famiglia dei Medici, depositare i miei averi ed ottenere una lettera di credito, un “foglio di carta”, vidimato e asseverato, nel quale viene, sostanzialmente, detto che presso i Medici di Firenze ci sono tutti i miei averi e chiunque esibisca in mio nome e mio conto quella Lettera di Credito può ottenere che i Medici paghino tali somme in mio nome ed in mio conto.

Una lettera di credito era più facile da nascondere, da portare con sé e, alla bisogna, da distruggere o rendeva possibile inviare un dispaccio a Firenze lamentandone il furto: esattamente come oggi se mi viene rubato il carnet degli assegni, un assegno firmato, le carte di credito o un cellulare col Touch&Pay abilitato posso telefonare in filiale per far bloccare tutto.

Ottenuta la lettera di credito, io, mercante, potevo andare in Olanda, approvigionarmi di merci ed essere certo che il Banco dei Medici avrebbe poi spedito ai mercanti Olandesi il denaro necessario.

Il che, dal lato dei banchieri, postula la scritturazione contabile: ovvero la contabilizzazione di ogni flusso monetario in entrata ed uscita (la c.d. “Partita doppia”), con ogni somma debitamente elencata in dare ed in avere e confrontabile tra i diversi operatori bancari sicché, per esempio, i mercanti Olandesi potessero avere cognizione piena dei fondi a mia disposizione anche non vedendoli davanti ai loro occhi ed i Medici fossero ritenuti indenni dai miei tentativi di “impegnarli” a pagare più di quanto gli avessi lasciato allo scopo.

E da allora il sistema bancario si è evoluto, ma è rimasto sempre legato a quelle basi: le Banche Centrali emettono denaro, il denaro viene messo in circolo, il cittadino utilizza liberamente il denaro guadagnato e si avvale degli imprenditori bancari per i relativi servizi.

Naturalmente, stiamo parlando dell’universo bancario ad un livello molto semplificato, ed i servizi sono una miriade: potrei, ad esempio, chiedere un prestito alla mia banca, ovvero un mutuo, adoperando quindi denaro già presente nel sistema bancario (prodotto dalle banche centrali, uniche ad avere tale potestà, conferito alla banca dagli altri utenti e frutto di investimenti) con la promessa di renderlo. Come esplicato sul sito della BCE

Come si crea la moneta?

La BCE funge da banca delle banche commerciali e anche in questo modo influenza il flusso della moneta e del credito nell’economia per conseguire prezzi stabili. A loro volta, le banche commerciali possono rivolgersi alla BCE per contrarre prestiti, ossia riserve di banca centrale, di solito per finanziarsi a brevissimo termine. Per controllare la quantità di moneta “esterna” e quindi la domanda di riserve di banca centrale da parte delle banche commerciali, la BCE ricorre a uno strumento principale: stabilisce i tassi di interesse a brevissimo termine, il “costo del denaro”.

Inoltre le banche commerciali possono creare moneta “interna”, ossia depositi bancari, ogni volta che erogano un nuovo prestito. La differenza tra la moneta esterna e la moneta interna è che la prima è un’attività per l’insieme dell’economia, ma non è una passività per nessuno. La moneta interna invece è così denominata perché ha come contropartita il credito privato: se tutti i crediti detenuti dalle banche verso il settore privato fossero estinti, la moneta interna creata sarebbe annullata. Quindi, è una forma di moneta che viene creata, e può essere annullata, nel settore privato dell’economia.

Si legge spesso che la BCE “stampa moneta”. Di cosa si tratta?

In pratica, soltanto le banche centrali nazionali emettono fisicamente le banconote in euro. “Stampare moneta” è un’espressione colloquiale utilizzata per indicare il programma di acquisto di attività della BCE, una forma di “allentamento quantitativo”. Acquistando attività nel mercato finanziario, la BCE crea ulteriori riserve di banca centrale che possono aiutare a ridurre, tramite vari canali, i tassi di interesse a carico di famiglie e imprese; il fine è sostenere l’economia e, in ultima analisi, mantenere stabile il valore della moneta quando il margine di manovra per una diminuzione dei tassi di interessi direttamente controllati dalla BCE è limitato. In questo processo, la BCE di fatto non stampa banconote per acquistare le attività, ma crea moneta elettronicamente, che è accreditata al venditore o all’intermediario, ossia a una banca commerciale. Il venditore può quindi utilizzare la liquidità aggiuntiva per acquistare altre attività oppure, nel caso di una banca commerciale, per erogare credito all’economia reale. Gli acquisti contribuiscono a migliorare le condizioni monetarie e finanziarie, riducendo il costo dell’indebitamento per famiglie e imprese, che possono così investire e spendere di più. Il fine ultimo è che il tasso di inflazione torni su livelli prossimi ma inferiori al 2% in linea con il mandato di stabilità dei prezzi della BCE.

Capirete dunque che l’attività scritturale non consiste nel creare denaro, ma nell’amministrare denaro.

E comprenderete come l’attività di prestito o investimento non “crea denaro”: trasferisce del denaro esistente nel sistema “mappando” tutte le sue mosse perché possa al sistema tornare.

E qui intervengono gli scritturalisti: gli scritturalisti ritengono che, siccome dal punto di vista esterno un prestito può incarnarsi sia in una mazzetta di monete passata di mano in mano con un contrattino scritto che con una “semplice” scrittura contabile nella quale sui nostri conti correnti dapprima si materializza una somma di danaro e poi questa somma sparisce “un poco per volta” assieme agli interessi pattuiti, tanto vale a questo punto scrivere su un foglietto di carta che noi abbiamo dei soldi e ordinare alla banca creditrice di registrare il nostro foglietto di carta.

Capirete che siamo al livello del Signor Bonaventura dei fumetti, se non della sua parodia in Rat-Man “Brick Tempesta”, un anziano supereroe ormai svanito e senile che viene ripetutamente arrestato perché cerca di pagare i suoi conti con l’ormai celebre foglio di carta con scritto “Un milione” a penna.

Le scritture contabili hanno valore proprio perché presuppongono l’esistenza di denaro  nel sistema bancario, e non possono essere sosituite da un quaderno e da una serie di fogliacci in cui ogni privato cittadino millanta di poter stampare e/o contabilizzare soldi che non ha.

Come riporta NextQuotidiano, il giochetto che dura dal 2016 alla fine è arrivato fino a Bankitalia, la quale non è stata affatto persuasa.

Alleghiamo di seguito una copia scaricabile del comunicato rilasciato dalla stessa, che vi anticipiamo promette azioni legali nei confronti dei furbetti desiderosi di stamparsi moneta in casa.

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