ALLARMISMO PRECISAZIONI effetti collaterali della Tachipirina mortali – bufale.net

di Shadow Ranger |

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Non tutte le notizie che ci vengono sottoposte, naturalmente, sono bufale. Alcune si presentano veritiere. Altre volte sono notizie veritiere che la stampa nazionale tratta con la dovuta cura (come, vedremo, è accaduto anche in questo caso) ma la catena di condivisioni tratta come il gioco infantile del Telefono senza Fili, laddove da una notizia neutra, oppure trattata coi mezzi ed il linguaggio della scienza di cui trattasi, si giunge a conclusioni allarmistiche e spaventose.
La notizia che ci viene sottoposta proviene da Il Giornale, che, giustamente, mette in guarda il lettore dalla grave piaga dell’abuso farmaceutico, questa volta con riferimento al Paracetamolo. È infatti ovvio che l’utente finale sia più tentato ad abusare, assumendo dosi scorrette del farmaco o, peggio, cedere alle sirene dell’autodiagnostica, magari su consiglio di amici o parenti che “hanno avuto lo stesso male”.

Non che il farmaco non sia sicuro, ma un (ab)uso reiterato nel tempo può provocare seri e fatali problemi cardiovascolari, gastrointestinali e renali, denunciano i ricercatori, dopo aver vagliato i dati di precedenti studi su circa 660mila pazienti.

Si parla dunque di:

  1. Un abuso reiterato nel tempo
  2. Assunzioni non monitorate dall’ausilio del medico curante

Non è una novità assoluta quella che ci viene proposta, ma uno studio sugli effetti di una piaga che l’utente finale sovente non sembra considerare tale.
Già in un altro nostro articolo, basato sulla stessa ricetta, motivo di doglianza era dato che i presunti “gravi effetti della tachipirina”, in quel caso descritti con toni senz’altro più allarmistici della semplice cronaca data dalla stampa nazionale e conditi dal richiamo ai bambini, soggetto fragile per antonomasia, rilevavamo come lo schema posologico, la dose cui rigidamente attenersi per il consumo di Tachipirina è liberamente consultabile sul sito dell’AIFA, e gli effetti collaterali accertati sono debitamente elencati nel “bugiardino” accluso ad ogni confezione, reperibile in formato digitale qui.
La ricerca citata dal Giornale, e l’invito ad evitare gli abusi, suoni dunque non come allarmismo e motivo di sfiducia verso un medico che potrebbe, in molti casi, decidere di prescrivere farmaci a base di Paracetamolo, ma l’invito ad attenersi rigidamente alle sue istruzioni.
Ci sono molte materie, come ad esempio l’arte e la cucina, nella quale un pizzico di improvvisazione è consentito per migliorare gli effetti e la riuscita della propria opera. La medicina non è tra queste.
Ricordiamo, sia pur avendolo citato nell’altro articolo, l’importanza di evitare le interazioni: la simultanea assunzione di farmaci di tipo anche radicalmente diverso può modificarne radicalmente gli effetti, suscitando la comparsa di effetti collaterali altrimenti evitabili, ed anche taluni alimenti e bevande (come ad esempio il consumo anche moderato di alcol) possono interagire con l’attività dei farmaci.
Sono tutti dati che una diagnosi casalinga non terrà mai di conto, ma la diagnosi del medico curante sì.
Il nostro responso è quindi di tenere di gran conto l’articolo proposto, ma tenere in conto ancor maggiore il parere del proprio medico di base e del proprio farmacista, astenendovi rigidamente dalle diagnosi casalinghe, “per equivalente” o dettate dal passaparola.

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